Sarà la giornata un po' così, con un tempo che non sa neanche lui che fare, se essere neve o pioggia, o solo nebbia. O forse il giorno, nel limbo tra il fare e il non fare, tra il festivo e il feriale, in attesa di ricominciare a fare. Sarà che non si può buttare via tutta la giornata davanti un pc. Però ti chiedi che cavolo ci stai a fare qui, per quale ragione e per quale scopo pesti la terra che hai davanti ai piedi, o l'acceleratore della macchina, se non cammini. E ti rispondi che è così e basta, e non ha senso farsi domande, e il principio antropico è la risposta a tutto, perché se tu non ci fossi non te lo chiederesti e basta.
Ma ci sei, e quindi come devi passare i giorni che ti separano dalla tua morte? Quale deve essere il fine di tali giorni? Chiudere gli occhi soddisfatto di quello che hai fatto? Chiudere gli occhi senza rimpianti? Senza rimorsi? Senza giornate buttate su farmville? Felice? Ma felice devi esserlo stato prima, morire in un istante di felicità è pur sempre un istante... Una vita difficile è riscattata da un istante di felicità mentre esaliamo l'ultimo fiato? Se non c'è nulla dopo, no. E quindi? A cosa aspirare? A una vita tranquilla nella mediocrità, con tua moglie che lava i piatti in cucina e tua figlia che prova il suo vestito nuovo, e sorride? A un film sul divano la sera? O a droga, sesso e rock'n'roll? O forse bisogna vivere, e basta...
P.
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