No, non mi metterò a parlare del correlatore della mia tesi (mmmh questo inizio di frase con no virgola l'ho già usato ultimamente, ma che ne pensate voi? Mi dicono che fa schifo...). E' che ultimamente (ieri e oggi, poi) vado a studiare in detto luogo, cioè in biblioteca. Devo dire che c'è del bello, eh. Ma è un tipo di ambiente che non mi piace troppo, se devo essere sincero. Mi direte: sei INCONTENTABILE!! Cosa vuoi di più di gente "acculturata" nel senso che, se non studiano, sono lì per un interesse, quello per i libri, per la cultura? Lasciando da parte il fatto che alcuni (tra cui io...) sono lì anche (se non soprattutto) per la CULtura, è che mi sembra che sia una sorta di "circolo élitario" un po' snob. Intendiamoci, meglio questo di circolo di quello della discoteca di turno o del solito pub, però... Tipo anche il fatto che ci si saluta, si parla degli esami, cosa devi dare io l'ho già dato, boh... Io vado là (anche, se non soprattutto) per studiare senza distrazioni (vedi pc e piano), se poi devo passare tre quarti del tempo a guardare (tanto di più non faccio) il bello che c'è, piuttosto sto a casa. No dai sono troppo drastico, alla fine studio là e non poco, ben di più che a casa dove passo tutto il tempo davanti al pc a scrivere post deliranti come questo. Ma poi in biblio non ci sono scienziati, solo medicina, economia, quanche ing, qualche portatile che si impalla con evidente imbarazzo del proprietario al continuo bipbipbip (e comprati un Mac!! :-D). Credo di essere l'unico matematico mai entrato in quella sala studio! Almeno, da come mi guardano di sforo quelli che studiano di fianco a me... Cosa c'è che va? Il fatto che se vuoi fare un giro, te lo fai in via Emilia, per esempio. E poi anche il fatto che non sono in dipartimento, in ogni caso, importantissimo questo!! Non voglio tornare in dipartimento, rivedere sempre i soliti ghigni, andare in quel posto collassato in sé stesso, che è pieno di gente che crede davvero che sia figo e non sfigato fare matematica, che sia da fighi fare una vita da isolato, asociale, completamente perso tra più lettere che numeri che neanche stessimo studiando letteratura. E poi tanto si troveranno tutti a quarant'anni, se va bene, sposati a un'altra matematica, con la loro cattedra fresca di concorso, a ricominciare a vivere solo ed esclusivamente dentro la matematica e per la matematica, per la cosa più inutile che abbia mai creato l'uomo dopo questo contatore di masticate:
E se invece va male, tutto ciò, però soli come dei cani, credendo che quello che si sta facendo abbia un'utilità, che la scoperta che una PDE si può risolvere con unicità per dati iniziali in un denso di qualche spazio strano serva a qualcosa a un'umanità che sta andando al collasso, che se piazziamo una metrica stramba su uno spazio ancora più strambo, abbiamo che può ammettere una struttura Kahler, però solo se siamo fortunati. E magari pensano che sia ancora più da fighi vivere la matematica anche al di fuori dell'università, e va bene fino un po', ma poi basta... Cioè un atteggiamento del genere lo capirei da un sessuologo (anzi, nei sessuologi maschi credo sia automatico) o da uno che studia come guadagnare soldi, ma da un matematico è ridicolo, dai! Io non voglio essere così, io voglio vivere... Bah sto iniziando a delirare, quindi è meglio che basta.
Nelle altre foto: alcuni degli iris che mi sono arrivati oggi, ovviamente non fioriti...
P.
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