venerdì 30 novembre 2007
Nietzsche
(no, scusa per quello che ho appena detto quindicesimo angelo, perdonami, non lo faccio più, scusa...)
P.
giovedì 29 novembre 2007
Sono un disastro
- allacciarmi le scarpe con calma sorridendo, prendendo tutto il mio tempo. Avete fretta di fare la doccia per andare a casa? No problem, ho visto di peggio.
- Alla tipa che ha chiesto c'è qualche uomo qui? avrei dovuto rispondere con un elegante c'è uno che è più uomo di tutte voi di CristianVieriana memoria. E aggiungere un volgare volete controllare?
- squadrarle una per una da capo a piedi magari esprimendo commenti sagaci e salaci.
P.s. mi è venuto in mente un personaggio fantastico per i soft-porno dedicati ai nostalgici della monarchia: Vittorio Emanuelle II.
P.
mercoledì 28 novembre 2007
Special guest
She's gone
Sembra strano che oggi sia il giorno che aspettavo da ormai tre anni, mentre ieri è stato un giorno che speravo non arrivasse mai. E' bizzarro, come, per quanto io sia convinto della totale esistenza del libero arbitrio, sembra esserci un disegno perverso che porta a soffrire inutilmente. Un disegno che porta a velare di una pallida malinconia persino i traguardi storici che attendiamo da una vita. Così questa mattina mentre attendevo il mio turno dal dentista, mi sono ritrovato con la mente alla sera precedente.
Mi riporta al presente una ragazza che entra nella sala d'aspetto, avrà all'incirca trent'anni, chissà perchè mi viene naturale cercare di dare un'età ad ogni persona. Mi vede pensieroso e senza nessun accenno mi si siede accanto. Un robot, così vicini eppure così dannatamente estranei, viviamo spostandoci su piste magnetiche non curandoci di nessuno, bella forza essere la razza più evoluta del pianeta. La guardo distrattamente per un momento, come se non esistessi, il mio pensiero torna indietro.
Mi sorride come sempre ma questa volta in modo meno sincero, in modo più formale. Una breve passeggiata tra le luminarie della piazza, sono davvero belle quest'anno, almeno su qualcosa siamo d'accordo. Non c'è nessuno in giro, il silenzio è assordante, ci avviamo tranquilli verso il centro, è una bella serata per passeggiare, non sembra nemmeno la fine di novembre. Discorsi anonimi, giusto per non sembrare così lontani, così soli, ma le cose si devono risolvere in qualche maniera, è inutile fare finta di nulla, anche se per qualche tempo è piacevole trovarsi in quello spazio dove passato e futuro non esistono.
Il dentista chiama la ragazza di fianco a me, ma come, sono arrivato prima io! Poco importa non ho molto da fare oggi, se non togliermi di dosso questa tuta appiccicosa di tristezza, con il tempo evaporerà lo so ma intanto devo imparare a conviverci, vengo a patti con la mia memoria, ti lascio funzionare solo perchè tu non mi prenda alla sprovvista, ora non puoi fare molti danni perciò mi stà bene. Mi ritrovo a fissare le piastrelle del pavimento, sono formate da centinaia di piccoli frammenti di rocce varie che s'intrecciano in arabeschi casuali. se li guardi con la coda dell'occhio sembrano muoversi come serpenti ma appena li fissi tornano rocce. Passo qualche minuto a giocare con le illusioni ottiche del pavimento, intanto la mia mente ritorna al passato.
Cosa mi aspettavo di trovare, mi chiedo, mentre lei mi parla delle sue storie passate e della sua ingenuità, non mi capisce, non capisce che non c'è niente di malizioso in me. Semplicemente non sà o non vuole adattarsi alla situazione, non mi accetta, ha altro a cui pensare ora, non ho possibilità. Tutti i miei buoni propositi, tutti i pensieri, le emozioni che vorrei trasmetterle scompaiono, si sfaldano, resta solo l'essenziale, il capire come siamo arrivati a questo. Il motivo è lampante, siamo su due pianeti distanti anni luce, anche se siamo tutti e due rotondi e luminosi, semplicemente non si può. Non è colpa di nessuno, sempre che non ci sia davvero qualcuno che ci muove come pedine e gode nel vedere lo spettacolo che creiamo ma è una sciocca fantasia, la realtà è che non è colpa di nessuno. Scaccio i "se" ed i "ma" ed il continuo impulso di abbracciarla, finiamo in macchina, è ora di tornare a casa.
L'assistente del dentista mi chiama con il suo accento dell'est, le prime volte non capivo quando mi chiamava, tra l'accento, la sua voce bassa e la timidezza il mio nome viene storpiato in un mugugno appena udibile. Ho imparato nei mesi a riconoscere quel suono come il mio nome, comunque oggi sono da solo ad aspettare, non ho dubbi. E' il mio turno finalmente, ho aspettato anche di più in passato, dovrei saltare di gioia, godermi il momento tanto atteso, ma il ricordo di ieri ancora mi avvolge e mi rende un fantasma.
Arriviamo alla sua macchina, sappiamo entrambi che non ci saranno altre possibilità, i giochi sono fatti, non c'è altro da dirsi, non c'è altro da fare. L' autoradio sta suonando Nude dei Radiohead, e mentre Thom Yorke ci ricorda quanto sia inutile farsi grandi aspettative, restiamo lì immobili ad ascoltare, come incantati, il tempo è scandito solo dal contatore sul display. Stupenda quanto dannatamente triste è Nude ed in quel momento è la colonna sonora della mia anima che piange. Poi la musica finisce, premo il tasto "off" e spengo tutto. Buona notte e alla prossima, anche se sappiamo entrambi che non ci sarà. Un attimo dopo lei è già fuori dalla mia macchina, e quello successivo sono lanciato sulla strada notturna deserta.
Mi sdraio sul lettino che comincia ad abbassarsi, il dentista mi sorride soddisfatto, "Bene bene, oggi è un giorno storico!", gli sorrido mio malgrado, non sà quanto ha ragione. La luce della lampada mi abbaglia, succede sempre così, poi mi sistemo e riesco a riaprire gli occhi, sono ancora da solo, il dottore è andato a prendere i ferri del mestiere.
Mentre guido rapido verso l'uscita della città non incontro nessuno, meglio, così non devo rallentare, la radio è spenta ma nella mia mente sta ancora suonando quella canzone.
And now that you found it
It's gone
Now that you feel it
You don't
It's gone forever.
Post retrodatato
A lato: l'unica da cui potrei accettare un due, o da cui non lo potrei mai accettare, non lo so, non ne ho idea. Però non è male. (p.s. guardatela in full size...)
P.
Always late
Meraviglia.
P.
martedì 27 novembre 2007
Post numero duecentocinquanta più uno
(non trovate che lei le somigli? No, eh? Tanto io non gli somiglio...)
Oh, please listen darlin'
to my empty prayers
Sleep inside my dreams tonight
(Dream letter, Tim Buckley)
P.
lunedì 26 novembre 2007
Post numero duecentocinquanta
E poiché rompe le scatole che a caricare il post ci metta un'ora, metto anche questi solo come link:
Bohemian Rhapsody;
Smoke on the water;
The final countdown;
un uomo un virtuoso;
last but not least, Britney.
Respekt,
P.
domenica 25 novembre 2007
Which level?
Non basta amare qualcuno. Bisogna amare con coraggio. Bisogna amare in modo tale che nulla, né ladri né influenze esterne né leggi umane o divine, possa interferire con questo sentimento. (S. Marai)
P.
sabato 24 novembre 2007
Der Steppenwolf
C'era una volta un tale di nome Harry, detto il "lupo della steppa". Camminava con due gambe, portava abiti ed era un uomo, ma, a rigore, era un lupo. Aveva imparato parecchio di quel che possono imparare gli uomini dotati d'intelligenza, ed era uomo piuttosto savio. Ma una cosa non aveva imparato: a essere contento di sé e della sua vita. Non ci riusciva, era un uomo scontento. Ciò dipendeva probabilmente dal fatto che in fondo al cuore sapeva (o credeva di sapere) di non essere veramente un uomo, ma un lupo venuto dalla steppa. [...] in lui l'uomo e il lupo non erano appaiati e meno ancora si aiutavano a vicenda; al contrario vivevano in continua inimicizia mortale, e l'uno viveva a dispetto dell'altro, e quando in un sangue e in un anima ci sono due nemici mortali, la vita è un guaio. Certo, ciascuno ha il suo destino e nessuno ha la vita facile. Ora, nel nostro lupo della steppa avveniva questo: che nel suo sentimento faceva ora la vita del lupo, ora quella dell'uomo, come accade in tutti gli esseri misti, ma quando era lupo, l'uomo in lui stava a guardare, sempre in agguato per giudicare e condannare... e quando era uomo, il lupo faceva altrettanto. Per esempio, quando Harry uomo concepiva un bel pensiero, provava un sentimento nobile e fine o faceva una così detta buona azione, il lupo che aveva dentro digrignava i denti e sghignazzava, e gli mostrava con sanguinoso sarcasmo quanto era ridicola quella nobile teatralità sul muso di un animale della steppa, di un lupo che sapeva benissimo quali fossero i suoi piaceri, trottare cioè solitario attraverso le steppe, empirsi ogni tanto di sangue o dar caccia ad una lupa ... [...] specialmente molti artisti appartengono a questa categoria. Costoro hanno in sé due anime, due nature, hanno un lato divino ed uno diabolico, il sangue materno e il sangue paterno, e le loro capacità di godere e di soffrire sono così intrecciate, ostili e confuse tra loro come in Harry il lupo e l'uomo. E questi uomini la cui vita è molto irrequieta hanno talvolta nei rari momenti di felicità sentimenti così profondi e indicibilmente belli, la schiuma della beatitudine momentanea spruzza così alta e abbagliante sopra il mare del loro dolore, che quel breve baleno di felicità s'irradia anche sugli altri e li affascina. Così nascono, preziosa e fugace schiuma di felicità sopra il mare della sofferenza, tutte le opere d'arte nelle quali un uomo che soffre s'innalza per un momento tanto al di sopra del proprio destino che la sua felicità brilla come un astro e appare a chi la vede come una cosa eterna, come il suo proprio sogno di felicità. Tutti questi uomini, qualunque siano le loro gesta e le loro opere, non hanno veramente alcuna vita, vale a dire la loro vita non è un'esistenza, non ha una forma, essi non sono eroi o artisti o pensatori come altri possono essere giudici, medici, calzolai o maestri, ma la loro vita è un moto eterno, una mareggiata penosa, è disgraziatamente e dolorosamente straziata, paurosa o insensata, quando non si voglia trovarne il significato proprio in quei rari avvenimenti e fatti, pensieri e opere che balzano luminosi sopra il caos di una simile vita. Tra gli uomini di questa specie è nato il pensiero pericoloso e terribile che forse tutta la vita umana è un grave errore, un aborto della Madre primigenia, un tentativo della Natura terribilmente fallito. Tra loro, però, è nato anche quell'altro pensiero, che cioè l'uomo non è forse soltanto un animale relativamente ragionevole ma un figlio degli dei destinato all'immortalità.
Ammetterete che è tragicamente lirico, e non può che colpire un diciottenne che si sente diverso dagli altri...
P.
venerdì 23 novembre 2007
Impresa della Primavera
P.
giovedì 22 novembre 2007
Luigi
Quasi alla metà del terzo arpeggio, Tenco inizia a cantare. Non lo fa con tristezza, anche se le parole che dice sono tra le più tristi che abbia mai sentito [...] C'è un momento, in questo brano, in cui la voce di Tenco si spezza. Fino allora aveva cantato con quel modo che ha lui di farlo [...] Si poteva pensare che fosse perplesso, assorto, malinconico forse, con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi un po' socchiusi, tirati agli angoli, e invece lì no, la voce gli si spezza, scivola più in fondo, più roca e fa capire quello che veramente è. Non è pensoso, è disperato. (Carlo Lucarelli, Un giorno dopo l'altro)
P.
La morte dell'amata
che si precipita nel mondo muto.
Ma quando lei, non strappata per forza,
no, piano allontanata dai suoi occhi,
scivolò via verso ombre ignote, quando
sentì che ora laggiù come una luna
avevano il suo sorriso di ragazza
e tutto il bene che da lei veniva,
gli divennero familiari i morti
come se grazie a lei gli fosse ognuno
consanguineo; lasciò che altri parlassero,
non credette, e chiamò quel luogo buono
e sempre dolce - e le impronte di lei
cercò a tentoni sopra quella terra
(R. M. Rilke)
P.
Ops, I forget
Dictionary of Definitions of Terms Commonly Used in Math. lectures.
The following is a guide to terms which are commonly used but rarely defined. In the search for proper definitions for these terms we found no authoritative, nor even recognized, source. Thus, we followed the advice of mathematicians handed down from time immortal: "Wing It."
- CLEARLY: I don't want to write down all the "in- between" steps.
- TRIVIAL: If I have to show you how to do this, you're in the wrong class.
- OBVIOUSLY: I hope you weren't sleeping when we discussed this earlier, because I refuse to repeat it.
- RECALL: I shouldn't have to tell you this, but for those of you who erase your memory tapes after every test...
- WLOG (Without Loss Of Generality): I'm not about to do all the possible cases, so I'll do one and let you figure out the rest.
- ONE MAY SHOW: One did, his name was Gauss.
- IT IS WELL KNOWN: See "Mathematische Zeitschrift'', vol XXXVI, 1892.
- IT CAN EASILY BE SHOWN: Even you, in your finite wisdom, should be able to prove this without me holding your hand.
- CHECK or CHECK FOR YOURSELF: This is the boring part of the proof, so you can do it on your own time.
- SKETCH OF A PROOF: I couldn't verify all the details, so I'll break it down into the parts I couldn't prove.
- HINT: The hardest of several possible ways to do a proof.
- BRUTE FORCE (AND IGNORANCE): Four special cases, three counting arguments, two long inductions, "and a partridge in a pair tree."
- SOFT PROOF: One third less filling (of the page) than your regular proof, but it requires two extra years of course work just to understand the terms.
- ELEGANT PROOF: Requires no previous knowledge of the subject matter and is less than ten lines long.
- SIMILARLY: At least one line of the proof of this case is the same as before.
- CANONICAL FORM: 4 out of 5 mathematicians surveyed recommended this as the final form for their students who choose to finish.
- TFAE (The Following Are Equivalent): If I say this it means that, and if I say that it means the other thing, and if I say the other thing...
- BY A PREVIOUS THEOREM: I don't remember how it goes (come to think of it I'm not really sure we did this at all), but if I stated it right (or at all), then the rest of this follows.
- TWO LINE PROOF: I'll leave out everything but the conclusion, you can't question 'em if you can't see 'em.
- BRIEFLY: I'm running out of time, so I'll just write and talk faster.
- LET'S TALK THROUGH IT: I don't want to write it on the board lest I make a mistake.
- PROCEED FORMALLY: Manipulate symbols by the rules without any hint of their true meaning (popular in pure math courses).
- QUANTIFY: I can't find anything wrong with your proof except that it won't work if x is a moon of Jupiter (Popular in applied math courses).
- PROOF OMITTED: Trust me, It's true.
A: Zero, because all the Poles are in Eastern Europe!
Addendum: Actually, there ARE some Poles in Western Europe, but they are removable!
L'ho sostituita con una - penso - migliore.
Top ten things that math and sex have in common
10. Explicit discussions of either topic is a faux pas at most cocktail parties.
9. Historically, men have been in control, but there are now efforts to get women more involved.
8. There are many joint results.
7. Both are prominent on college campuses, and are usually practiced indoors.
6. Most people wish they knew more about both subjects.
5. Both involve long and hard problems, and can produce interesting topology and geometry.
4. Both merit undivided attention, but mathematicians are prone to think about one while doing the other.
3. Saint Augustine was hostile to both, and Alan Turing took an unusual approach to both.
2. Both typically begin with a lot of hard work and end with a great but brief reward.
1. Professionals are generally viewed with suspicion, and most do not earn high pay.
P.
martedì 20 novembre 2007
Dream letter (live in London)
Parliamo allora di quello che sto, in questo momento, ascoltando, cogliendo l'occasione per scrivere qualcosa in tono col titolo e l'indirizzo e la dedica del blog, cioè riguardante il grande Tim. Così mi passa il fine serata, e il tempo che (al tempo della prima stesura del post) è dilatato all'infinito dall'attesa di un messaggio che non arriva (non mi ricordo neanche quale, immagino da chi, non importa). Questo disco, intitolato postumamente come una delle canzoni più toccanti di Buckley padre, quella dedicata al figlio Jeff, è la testimonianza di un'incredibile performance tenuta alla Queen Elizabeth Hall il 10 Luglio del 1968, quando Tim aveva appena 21 anni. Ed è una testimonianza importantissima, grazie anche alla qualità della registrazione: la pulizia e la presenza del suono sono incredibili anche per il giorno d'oggi. E' una fortuna che una tale perla di concerto sia stata catturata in una tale perla d'incisione, per consegnarci uno tra i migliori album live di sempre. Ed è stata una fortuna per me aver iniziato ad amare Tim Buckley grazie a questo album. La carica emotiva che riesce a comunicare è incredibile. La padronanza tecnica dello strumento-voce è a dir poco allucinante. Due ore di concerto, nessuna pausa, virtuosismi vocali senza sosta, nessuna, dico nessuna, stecca, neppure minima. E dire che Tim era assistito da una band, diciamo, d'emergenza. Non c'erano i soldi necessari per portare in Europa tutti i membri della band che avrebbe pochi anni dopo suonato in Happy Sad e in Blue Afternoon. Così il bassista e il percussionista erano stati costretti a rimanere in America; il primo venne sostituito egregiamente da Danny Thompson (che riuscì a calarsi perfettamente nella musica nonostante solo pochi giorni di prove con gli altri membri della band), il secondo rimpiazzato da David Friedman e dal suo vibrafono, che riuscì a donare a tutte le canzoni quella cifra interpretativa che poi sarà largamente ripresa negli album successivi, in particolare in Happy Sad. Gli arrangiamenti delle canzoni sono necessariamente modificati, in molti casi migliorati rispetto alla versione studio. Il concerto inizia con la presentazione dell'artista effettuata da un fortunato spettatore, scelto nella prima fila. E termina con un'ovazione, interminabile, che si placa solo quando tutta la band sparisce per l'ultima volta dietro le quinte. E in mezzo tante, tantissime emozioni. Tutte cantate da una voce da angelo. A partire dalla bellissima e straziante versione di Phantasmagoria in two, passando per la delicata The Earth is broken, per i virtuosismi vocali (anche eccessivi) di Who do you love (ma non fini a sé stessi, come quelli, per dire, del figlio Jeff nella nonostante tutto bellissima cover di The way young lovers do), per la tensione di Pleasant street e della title track, con la seconda che si scioglie nell' Happy time che Tim impiega nella composizione; per il falsetto di Hi Lily, Hi lo e per infine terminare con la tranquilla ballata d'amore Once I was. Ma vorrei soffermarmi solo un attimo sul brano che precede la chiusura del disco, cioè sulla rilettura del classico country Wayfarin' stranger. Canzone che classicamente (ad esempio nella versione di Johnny Cash) è un'innocente ballata di tre minuti, simile a tante altre canzoni country. Canzone che nella versione 12corde+voce di Buckley si trasforma invece in un grande racconto epico, ed i brividi corrono forti lungo la schiena quando Tim riprende a cantare che lui è un povero straniero errante, dopo il medley con You got me runnin', tanta è la tensione che riesce a comunicare. E questa tensione si scioglie, per l'ennesima volta, con l'ultimo bis, Once I was, con un Tim che ci lascia chiedendo(ci)
And sometimes I wonder
Just for a while
Will you remember me?
Certo che ti ricordiamo, Tim.
P.
Voglio qualcuno
E io voglio qualcuno...
In Alaska, where it gets very cold, pi is only 3.00. As you know, everything shrinks in the cold. They call it Eskimo pi.
P.
Sloth sei una schiappa!
"Do you love your math more than me?"
"Of course not, dear - I love you much more."
"Then prove it!"
"OK... Let R be the set of all lovable objects..."
P.
Barzelletta
To be wanted by me
I wouldn’t want you to worry
That You'd be drowned within my sea
I only wanted to be wonderful
And wonderful is true
In truth I only really wanted
To be wanted by you
(The Rat within the grain, Damien Rice)
Per rallegrare il vostro umore dopo essere passati di qui, ho deciso che ogni post finirà con una barzelletta, rigorosamente riguardo la matematica.
Life is complex: it has both real and imaginary components.
Top ten excuses for not doing homework:
P.
lunedì 19 novembre 2007
Diet coke + Mentos/Mi censuro
Ecco volevo scrivere qualcosa su quanto sto da schifo, quanto mi sento inutile, su
In my life
Why do I give valuable time
To people who don't care if I live or die?
(tks Morrissey)
su nessuno mi vuole bene e altre amenità, ma credo mi tratterrò. Perché uno mi dice che non sopporta le persone che si piangono adosso, e un altro che il mio blog sta diventando noioso e scrivo sempre le stesse cose. E non voglio perdere i miei lettori, anche se per fare ciò devo rinunciare alla cosa che mi riesce meglio, anzi, l'unica che mi riesce, lamentarmi. Alla prossima.
Ah, mi sono dimenticato una cosa. Come è possibile che sia il maggiore ascoltatore di una canzone così bellissima? Misteri della musica.
Anche qui!
P.
domenica 18 novembre 2007
Pee
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- Anche i bambini sanno che e^(pi*i)+1=0;
- la probabilità che due interi scelti a caso siano primi fra loro è di 6/pi^2;
- per calcoli veloci, si può usare una formula come quella di Machin: pi/4=4*arctan(1/5)-arctan(1/239)insieme con l'espansione delle serie di Taylor per la funzione arctan(x). Questa formula si può verificare facilmente usando le coordinate polari dei numeri complessi, partendo da:(-239+i)*(5+i)^4=-114244-114244i;
- una formula usata da Ramanujan per calcolare lo sviluppo di pi è
1/pi=2sqrt(2)/9801 sum_{k=0}^+infty [(-1)^k(6k)!(1103+26390k)]/[(k!)^4(396)^4k] (mah...); - la più pressante questione aperta su π riguarda il fatto che sia o meno normale, cioè se la frequenza con cui è presente ogni sequenza di cifre sia la stessa che ci si aspetterebbe se le cifre fossero completamente casuali. Questo deve essere vero in ogni base, non solo in base 10. Non sappiamo molto su questo;
Un divertente aneddoto riguardante π secondo il quale uno stato degli USA avrebbe cercato di fissarne per legge il valore al numero 3, ha in effetti radici storiche. Lo stato in questione era l'Indiana, dove nel 1897 il deputato T.I. Record, della contea di Posey, presentò alla Camera dei Deputati un disegno di legge redatto dal matematico e fisico dilettante Edward (o Edwin) J. Goodwin. Nel testo del disegno di legge Goodwin si presentava come il solutore dei problemi della trisezione dell'angolo, della duplicazione del cubo, e della quadratura del cerchio;
- c'è un intero campo di studi divertenti, ma seri, che riguardano l'uso di tecniche di memorizzazione per ricordare le cifre di π. Esempio: "Tre imperfettibile è degno archetipo di quella serie che svela, volgendo circolare, mirabil relazione". Contando le lettere di ogni parola della frase si individuano le prime 14 cifre decimali di π: 3,14159265358979 (nota di colore: io so a memoria un milione di cifre di pi greco, però non sono consecutive: sono tutti uno. n.d.P.).
E se
P.
venerdì 16 novembre 2007
Niente baracca
P.
giovedì 15 novembre 2007
Pink
P.
mercoledì 14 novembre 2007
Sono un idiota
che a qualcuno può servire, o almeno nella sua negazione, o meglio, contronominale doppia. Ah, è un'ora che sto divertendomi un mondo cercando persone che conosco su myspace, è troppo divertente vedere 10, 20, 30 persone che conosci che si descrivono (ma qualcuno di loro avrà trovato il mio blog, oltre voi?), poi magari da uno arrivi ad altri...
P.
Post post-partita
Ebbene sì, stasera ho fatto il primo punto della mia carriera da libero. WOW! Però abbiamo perso, 3-1. Niente da dire, stasera erano più forti loro. Quello che abbiamo vinto, l'abbiamo giocato veramente bene. Me compreso. E mi sono, per la prima volta, divertito a fare il libero. Poi c'era il fondo della palestra piuttosto scivoloso, e a tuffarsi si facevano planate incredibili, troppo divertente, fa anche una certa scena col pubblico (poco numeroso, ma meglio di niente). Ok. Prima della partita per arrivare alla palestra ho fatto per la prima volta i tre ponti di Calatrava in macchina. Belli, belli. Magari vi ci porto a fare un giro. Poi prima della partita ci siamo trovati a prendere un caffé. Cioè, io un caffé. Gli altri una grappa liscia. Poi siamo andati, dopo la partita, in una birreria vicino la Divina. Cavoli, che cameriera anche lì. Mille volte meglio di quella della Divina. Che abbia trovato un altro posto dove passare la maggior parte delle mie serate? Nah, è troppo way grande. Però è veramente carina. Altro che quella della Divina. Però sono due tipe diverse, una mora, l'altra bionda. Domani lezione prestissimo, sarò un cadavere mi sa. Bah, lo stesso. Mi prenderò due caffé in vece di uno. Mi chiedevo: ma in italiano esiste "macelato"? Tipo si può dire "con macelata soddisfazione"? Suggerimenti? Tipo leggere un vocabolario? Ma non ne ho voglia... Asdasdasd ho sonno. Domani scoppio, devo anche fare la prova sotto sforzo... Sarò l'ultimo stanotte a visitare il blog? Ci provo. Certo che battere le cinque passate di una certa persona... Io credo di non essere mai stato sveglio tra le quattro e mezza e le sei. Ah, chi è il web-surfer targato Tiscali ADSL che passa spesso di qui? Ultimamente anche più spesso del solito... E quello Fastweb? Magari sono persone che conosco, magari no. Però apprezzerei se mi faceste un segno, tipo anche solo "sono xXx, ogni tanto leggo il tuo blog perché scrivi bene e mi piacciono le cose tristi" or something like that...
P.
martedì 13 novembre 2007
Compilation anni '60
- Bob Dylan - Like a rolling stone;
- Bob Dylan - All along the watchtower;
- Bob Dylan - Hard rain' a-gonna fall;
- Leonard Cohen - Famous blue raincoat;
- Leonard Cohen - Suzanne;
- Nick Drake - Time has told me;
- Nick Drake - One of these things first;
- Neil Young - Till the morning comes;
- Neil Young - After the gold rush;
- Neil Young - Heart of gold;
- Van Morrison - Brown eyed girl;
- Van Morrison - The way young lovers do;
- Tim Buckley - Phantasmagoria in two;
- Tim Buckley - Gipsy woman;
- VU & Nico - Venus in furs;
- VU & Nico - Heroin.
P.
lunedì 12 novembre 2007
Way sooo easy
Ma davvero scrivo bene? Ieri ho letto una cosa che avevo scritto un paio di mesi fa (non su questo blog) e devo dire che era piuttosto bella. Ma forse lo è solo per quello che significa per me, e per il momento in cui l'ho scritta. Però quando so di cosa parlare mi piace scrivere. E' più difficile quando non ho niente da dire, e cerco lo stesso di dire qualcosa. Credo si noti, per lo meno per il fluire del discorso. Ve ne accorgete, no? Se non si va in Usa, mi piacerebbe Parigi. Sabato ho visto quel film del topo chef, molto bellino, è ambientato nella Ville Lumière. E avrei molti meno problemi di lingua. Per esempio so la differenza tra embrasser e baiser, così da non incappare in spiacevoli inconvenienti. Per esempio, tutto ciò che so in quel campo in inglese, non credo sia utilizzabile effettivamente. Qualcuno l'avrà capita. Ok, me la potevo risparmiare. Ma si parla di sogni. Oggi si diceva del fatto che ci sono le donne che non vogliono che si vada negli Usa, e si diceva che sono fortunato a non avere questi impedimenti. Mi ricorda della volta che si parlava con un ex-singol dei vantaggi a essere singol. E non erano del tipo che fai quello che vuoi. Erano del tipo non devi preoccuparti di malattie veneree, aidz, sifilide e cose di questo tipo. Tristerrimo. Se ci penso ora. Allora era divertente. Intanto, per chi lo conosce, quello della camicia (che non ho più usato! Tristerrimo anche ciò), dopo aver resistito la bellezza di tre mesi e mezzo, ha seguito il consiglio di Damien Rice trovandosi somebody new per smettere di pensare all'ex. Per lui è così facile. Gliel'hanno presentata, sono usciti 4 volte in due settimane, mi sembrava soddisfatto e soprattutto abbastanza felice. Per me non è così facile. Sarà che sono particolare o esigente, ma la maggior parte delle persone non mi dice niente. Basta una parola fuori posto per cassare le persone. Ovviamente quelle che non conosco, inteso. Il concetto però è che forse dovrei accontentarmi di poco, di quello che passa il convento. O forse dovrei continuare ad essere coerente. Però vorrei smettere di stare così male, davvero. Basta, non so quanto reggo ancora. Forse le dovrei parlare. Molto forse, no. Non voglio che pensi male di me. Magari sentiamo che aria tira, domani.
P.
domenica 11 novembre 2007
Here were you wish
The same old fears.
What have we found?
Running over the same old ground.
Year after year,
Swimming in a fish bowl,
We're just two lost souls
How I wish, how I wish you were here.
For a lead role in a cage?
A walk on part in the war,
Did you exchange
Cold comfort for change?
Hot air for a cool breeze?
Hot ashes for trees?
Your heroes for ghosts?
Did they get you to trade
Do you think you can tell?
A smile from a veil?
From a cold steel rail?
Can you tell a green field
Blue skies from pain.
Heaven from Hell,
So, so you think you can tell
(Floyd Pink)
P.
Everybody has been burned
Everybody knows the pain
Anyone in this place can tell you to your face
Why you shouldn't try to love someone
Everybody knows it never works
Everybody knows and me
I know that door that shuts just before
You get to the dream you see
I know it all too well how to turn, how to run
How to hide behind a bitter wall of blue
But you die inside if you chose to hide
So I guess instead I'll love you
(Birds)
P.
sabato 10 novembre 2007
Etilometro
Ieri mi sono messo a guardare sul Tubo il film End of Evangelion. Cavolo, ci somiglio proprio a Shinji. Certe volte mi sembrava di essere io a dire certe frasi (ma non in giapponese), e.g.:
[...] It's just two depressed grown-ups licking each other wounds! It's nice to feel needed, even if it's just physically. It makes me feel wanted, and so it makes me feel happy. It's just an easy way to convince yourself that you're worth something. [...] The me that exists when two hearts are joined as one. The me that Shinji has never konwn. Reality can be painful, but it's something you must learn to accept.
Non sembra di sentire parlare me (cfr. questo post)? Stanotte ho fatto un sogno piuttosto strano. Qualcuno (chiamiamolo X) mi aveva presentato un certo numero di persone, tra cui una che mi aveva colpito particolarmente. Visto che mi aveva colpito, chiedevo a questo X di darmi il suo numero di telefono. Lui me lo leggeva, ma era un numero alfanumerico, tipo una mail. Mi ricordo che mi diceva (prefisso) (tipo 347) e poi maremma maiala e poi altri numeri. Ricordo anche che nel sogno, giustamente, lei aveva uno spiccato accento toscano. E io coerentemente mi chiedevo: visto che sono solo poche cifre come fa a starci tutto? E guardavo sul cellulare di X in cui giustamente era abbreviato come mma. E poi sentivo lei che diceva a X dai, non fare come le altre volte, dagli il mio numero di telefono, ci tengo. Any psyc on-line who can explain that?
P.
venerdì 9 novembre 2007
giovedì 8 novembre 2007
Gattopo
Due ricercatori giapponesi hanno creato in laboratorio un topo che non ha paura dei gatti. E lo hanno chiamato Delta D. Questo grazie a una modifica genetica che, spiega la rivista Nature, ha "spento" i recettori del cervello che registrano l'odore dei felini e quindi generano nei roditori la paura. "Non era impaurito dal suo odore, e si avvicinava senza alcun timore", ha scritto Ko Kobayakava, uno dei due ricercatori, che per evitare un'orrenda fine ai suoi topi geneticamente modificati, ha usato gatti "particolarmente mansueti e paurosi". (la Repubblica)
Oh una cosa. Non so se scrivere o no una cosa che diversi di voi già sanno... E' che ho paura che ci sia uno di questi
O forse mi sono sbagliato io. Ma non mi sembra, non penso. Ci sto attento di solito. Vabbé che non ho detto di non dirlo, ma era implicito. Ovviamente non voglio neanche pensare all'altra opzione. Nou. Niente. Se no si chiudono baracca e burattini. Mi sa che lunedì dovrò fare qualcosa tra chiedere e chiarire. Stasera mi sa che vado a salvare la patria, giochiamo e mi sa che torno banda, non più libero. Big-match sentitissimo con la spaghetteria. Vediamo di vincere, io darò il mio contributo. O come sempre, almeno ci provo.
P.
mercoledì 7 novembre 2007
Forza Inter
P.
martedì 6 novembre 2007
E visto che
- cosa più importante, sono riuscito a bloccare i biglietti per la Hahn. E guarda caso in seconda fila. E poco importa che ascoltare un'orchestra sinfonica in seconda fila ti rende sordo per un mese;
- io al Fuori ci continuo ad andare, e chissene se poi quando finisce lo slancio sto anche peggio; penso che cercare di fare le cose che fanno le persone normali aiuti a cercare di essere e reagire da persona normale. E poi se gli altri rimedi sono quelli che penso, piuttosto passo tutte le sere in Riviera;
- io sul blog ci piagnucolo quanto mi pare, così come vado a piangere dalla mamma quanto mi pare;
- chi non commenta non faccia la volpe con l'uva solo perché non ha voglia/non gli interessa/qualsiasi altra ragione (di) commantare;
- io sul blog ci scrivo quello che mi pare, e se a qualcuno non va bene, che non passi più di qui, così ritorno alla funzione originaria di diario privato (così come l'altro blog) e non devo più preoccuparmi che quello che scrivo possa ferire qualcuno;
- se io ci voglio provare con qualcuna, cio provo. Se non ci provo ho i miei buoni motivi per non farlo. Volete sapere oltre? Sono cazzi miei;
- mi sono lievemente rotto le palle di persone che mi prendono per il culo o dicono cattiverie; il gioco è divertente (per me, almeno, ma penso anche per gli altri) finché dura poco. Poi stufa per davvero (soprattutto me, ma anche gli altri); fra poco inizio a rispondere per le rime, e, non per tirarmela, quando ho le palle girate sono piuttosto acido e tagliente;
- ogni commento a questo post, checché dica, sara cassato non appena mi connetto.
lunedì 5 novembre 2007
Intanto
P.
domenica 4 novembre 2007
No love (Naomi Klein docet)
L'amore è la più grande fregatura della storia, la più grande che la natura ci ha affibbiato. A che prezzo dobbiamo pagare pochi istanti di felicità con la persona che le schifezze ormonali in circolo a 1000 all'ora nel nostro corpo ci hanno convinto essere la persona più importante del mondo, quella per cui sacrificarci, per cui dare la vita, e altre stronzate alla baci Perugina? Al prezzo di mesi di schifo costante quando, come è naturale, finisce? Al prezzo di vederci e considerarci vermi, una volta che lei/lui ne ha trovato uno/a che è meglio di noi? Maledette endorfine, maledetti ormoni che regolano tutti quegli schifosi meccanismi che ho così ben testato ultimamente. Tanto lo sappiamo tutti. Dal punto di vista evolutivo è un cavallo perdente. Dal punto di vista evolutivo vince il più forte, quello che combattendo riesce a superare gli altri e così facendo a fecondare più femmine, e diffondere il proprio patrimonio genetico. E a che cavolo servono il rispetto, le carezze, i fiori, i baci Perugina sotto la luna piena, insieme a un logaritmo (cit.)? A stare più male quando finisce. Il segreto è fregarsene, e divertirsi. E non c'è bisogno che spieghi quello che intendo. Tanto l'amore è stato scientificamente esaminato. Si sa tutto, o quasi (ok, vi lascio una frase da contestare nel post, se no non vi divertite) :
Ci sarebbero, secondo alcuni, tre fasi principali nell'amore fra esseri umani: infatuazione, attrazione e attaccamento, composte da vari elementi (passione, affetto, attaccamento, fedeltà, ecc.)Generalmente, l'amore comincia nella fase dell'"infatuazione", forte nella passione ma debole negli altri elementi. Il primo sprone di questa fase sarebbe l'istinto sessuale. L'aspetto fisico, e altri fattori, giocherebbero infatti un ruolo decisivo nel selezionare possibili compagni o compagne. Tuttavia, il procedimento psicofisiologico tramite cui l'uomo si innamora rimane tuttora un mistero per la scienza. Con il passare del tempo gli altri elementi (affetto, attaccamento) possono crescere e la passione può diminuire d'importanza, mantenendo però quell'equilibrio alla base della relazione. Quello che inizia con l'infatuazione può svilupparsi in uno dei tipi d'amore più pieni. Nella fase dell'"attrazione", la persona si concentra su un singolo compagno e la fedeltà assume importanza. Sebbene gli esseri umani non siano generalmente sessualmente monogami, sono di solito emozionalmente monogami: possono amare (romanticamente) una sola persona alla volta. Quando una persona condivide con un'altra un amore per un lungo periodo di tempo, sviluppa un "attaccamento" sempre più forte verso l'altro individuo. In accordo con le recenti teorie scientifiche sull'amore, questa transizione dall'attrazione all'attaccamento avverrebbe in circa 30 mesi: il tempo di portare a termine una gravidanza e di curare la prima infanzia del bambino. Dopo questo periodo la passione diminuirebbe, cambiando l'amore da romantico a un semplice piacere nello stare insieme. Quest'ultima fase durerebbe dai 10 ai 15 anni: finché la prole ha raggiunto l'adolescenza o più tardi (con variazioni considerevoli da cultura a cultura). Di solito una relazione che si basa su più fattori (affetto, attaccamento, stima, attrazione sessuale) ha più possibilità di riuscita di una basata sulla sola attrazione sessuale. Questo "determinismo dell'amore", funzionale unicamente alla cura del bambino, è stato criticato da più parti, in particolare dai sostenitori dell'intelligenza emotiva. (Wikipedia)
Che fregatura storica, e anche evoluzionistica. Ci sembra di essere in paradiso, ma è un paradiso artificiale. Le endorfine sono tali e quali l'LDS, o qualche altra porcheria. Solo che sono dannatamente più a buon mercato. E poi: perché abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami? Per allontanare la paura di essere nessuno, perché noi siamo nessuno. Siamo uno su sei miliardi, un granello di polvere su quel granello di polvere che è la terra. Ma se c'è qualcuno che ci ama, non siamo più soli. Siamo importanti per qualcuno, siamo qualcuno per quel qualcuno. Sono siamo più, oggettivamente, uno su sei miliardi, ma, soggettivamente, l'Uno tra sei miliardi, per lei. Cioè, usando una frase a me cara, non siamo più unici come qualunque altro (You're unique, just like everyone else), ma siamo solo unici, per lei. L'essere amato cancella la seconda parte della frase, perché lei ama solo te, nessun altro lei ama. E poco importa se ciò vale solo per due, tre mesi, fino a quando non amerà qualcun altro e a voi rimarrà solo un sollievo di lacrime, a invadere gli occhi. Che schifo, che schifo. E poi noi idealizziamo, ti amerò per sempre, sarò per sempre tua, e basta se no la Perugina mi chiede i diritti. E san Valentino, come se ci fosse bisogno di un giorno per dire a una persona che la ami. Provabilmente non c'è bisogno di un giorno, è che basta e avanza un giorno. Sono disilluso. Sono ferito. Sto male. Ho bisogno di quell'LSD a buon mercato. Perché è così dannatamente indispensabile? E' tutto un imbroglio, tutto un imbroglio...
P.
Notizia terribile
P.
Stasera concerto
P.
sabato 3 novembre 2007
Se v'interessa
Il titolo originale dovrebbe essere "Un esempio di forma Sonata nella musica seriale", però non parlo una riga di ciò in questa parte del saggio. Quindi ora mi invento un titolo alternativo.
Una forma alternativa a quella di Parmigiano Reggiano.
Nella prima parte dello scorso secolo si è assistito ad un generale e terminale disfacimento di quel complesso di regole che aveva fino ad allora formato le linee guida in ogni campo dell'arte. Se per il contenuto ed il linguaggio questo è evidente, lo è altrettanto per quello che è il cardine fondamentale di ogni espressione artistica, il concetto di forma.
Da sempre la forma ha rispecchiato gli sviluppi dell'opera d'arte: nella musica in particolare, non è quasi mai stato il contenuto a determinare il valore artistico (e quindi storico) di una composizione, bensì il suo contributo all'evoluzione della forma. Nei primi anni del Novecento si è assistito parallelamente ad un'esplosione e ad un'implosione della forma: si pensi ad esempio ai distici di Ungaretti o ai brevissimi "Sechs kleine Klavierstücke'' op. 19 del 1911 di Aronld Schoenberg, segni rivelatori della crisi che stava investendo il Vecchio Continente. La grande tragedia della Prima Guerra Mondiale, trauma collettivo della società europea, avrebbe poi segnato una violenta frattura, portando il desiderio di un ritorno ad un certo corpus di regole. Forse la più famosa testimonianza di ciò è il "Richiamo all'ordine'' (1926) di Jean Cocteau, in cui compare, assieme alla necessità di fondare nuove regole per l'arte, anche il bisogno del recupero di una piena consapevolezza storica: Cocteau vede in particolare nei modelli classici il veicolo più adatto a compiere questo passo.
Quella di Cocteau non è tuttavia una voce isolata, bensì l'espressione di un bisogno più ampio che trova eco anche in altri paesi. Nel campo musicale si possono individuare due linee guida nella risposta a questo richiamo: la dodecafonia, risposta dell'area Tedesca, e la politonalità (o tonalità allargata) dell'area Latina (anche se non mancano le dovute eccezioni, una per tutte Hindemith). È Schoenberg che si erge per primo a portavoce della risposta musicale germanica: rifonda le regole del linguaggio musicale ideando la dodecafonia come principio alternativo alla tonalità, ma parallelamente recupera tutte le forme della tradizione, in una specie di summa dell'arte musicale tedesca. Tuttavia non è corretto dire che Schoenberg inventa ex novo il proprio linguaggio: da questo punto di vista infatti la strada era già stata segnata dall'esasperazione del cromatismo e l'uso intensivo della dissonanza, che avevano ormai fatto sì che ogni nota estranea alla tonalità costituisse di fatto una possibilità di tensione melodica (e anche armonica) in senso espressivo, come è evidente ad esempio nell'op.9 dello stesso Schoenberg, o nella Sonata op.1 di Alban Berg. Il passo più logico a questo punto era che la risoluzione della tensione venisse "rimandata all'infinito'', fino al punto di non ritorno della "sospensione tonale'' e conseguentemente all'implosione della forma.
E qui si inserisce la serialità, dall'esigenza di formalizzazione di alcuni procedimenti impliciti a livello compositivo: l'obbligo di non ripetere nessuna nota della serie prima di aver sentito tutte le altre è proprio l'applicazione sistematica del principio di "risoluzione all'infinito'', in quanto impedisce una qualsivoglia polarizzazione di tipo tonale verso uno dei gradi. Ciò porta alla ricerca di una diversa logica organizzativa della composizione, una logica di modello fiammingo, che possa rispondere ad una struttura linguistica radicalmente mutata rispetto alla tradizione classico-romantica. Nondimeno l'appartenenza di Schoenberg alla civiltà musicale austro-tedesca detta al compositore una soluzione di sintesi, nella quale sia possibile, e anzi inevitabile, date le premesse culturali dalle quali era nata la svolta, il recupero della grande tradizione del suo Paese (ricordiamo che Schoenberg parlava di Brahms come il progressista, data la sua spiccata tendenza a rinvenire nelle forme del passato i germi della musica del presente). Nonostante ciò, così come altre innovazioni musicali (ad esempio possiamo citare la corrente espressionista a cui fa capo Kurt Weill), la dodecafonia dovette affrontare un forte ostracismo durante il periodo nazista (venne bollata Entartete Musik, musica degenerata).
C'è una chiara condensazione delle forme classiche tedesche nelle opere dodecafoniche di Schoenberg, perlomeno negli ultimi anni della seconda decade del secolo scorso e nei primi di quella successiva: dopo l'op.24, una serenata per basso e sette strumenti, il cui ultimo tempo è la prima composizione dodecafonica, troviamo l'op.25 per pianoforte, in forma di suite, l'op.27, un quintetto in forma sonata, le Variazioni per orchestra op.31 ed infine l'op.33a per pianoforte, vero e proprio primo tempo di sonata, su cui ora focalizzeremo la nostra attenzione. Ecc...
(Nella prima foto, Schoenberg. Nella secoda un dipinto di un suo certo amico, Kandinkij, che guarda caso diceva
la composizione pittorica è formata dal colore, che nonostante nella nostra mente sia senza limiti, nella realtà assume anche una forma. Colore e forma non possono esistere separatamente nella composizione.)
P.