giovedì 22 novembre 2007

Luigi

C'è una cosa che mi turba quando ascolto Tenco. Non c'è tristezza nella sua voce. O almeno, ce n'è molto meno di quanta non ne comunichi. C'è invece rassegnazione. Tanta rassegnazione. Non cerca di convincerti di quello che canta. Te lo canta. In faccia, senza tanti fronzoli. Ti canta l'illusione e il cinismo nell'amore (Mi sono innamorato di te/perché non avevo niente da fare/il giorno volevo qualcuno da incontrare la notte/volevo qualcuno da sognare), il dolore per la prorpria inettitudine (Mi fa disperare/il pensiero di te/e di me che non so darti di più), la noia della vita (Un giorno dopo l'altro/il tempo se ne va/le strade sempre uguali,/le stesse case), il crollo delle illusioni (E gli occhi intorno cercano/quell'avvenire che avevano sognato/ma i sogni sono ancora sogni/e l'avvenire è ormai quasi passato/[...] e la speranza ormai è un'abitudine). Ed è rassegnato perché ne è veramente convinto, di quello che canta. E' terribile Tenco, perché quando ti dice le cose che tu pensi, ti colpisce come un diretto in pieno viso. E' troppo vero, Tenco. Per questo lo si scorda, come si scordano i brutti ricordi e ci si inganna tentando di nasconderli sotto un velo meno doloroso. Per questo bisogna ascoltarlo a piccole dosi, e solo in certi momenti.

Quasi alla metà del terzo arpeggio, Tenco inizia a cantare. Non lo fa con tristezza, anche se le parole che dice sono tra le più tristi che abbia mai sentito [...] C'è un momento, in questo brano, in cui la voce di Tenco si spezza. Fino allora aveva cantato con quel modo che ha lui di farlo [...] Si poteva pensare che fosse perplesso, assorto, malinconico forse, con lo sguardo perso nel vuoto e gli occhi un po' socchiusi, tirati agli angoli, e invece lì no, la voce gli si spezza, scivola più in fondo, più roca e fa capire quello che veramente è. Non è pensoso, è disperato. (Carlo Lucarelli, Un giorno dopo l'altro)

P.

2 commenti:

DimDairwen ha detto...

Vedrai vedrai
vedrai che cambierà
forse non sarà domani
ma un bel giorno cambierà
Vedrai vedrai
che non sei finito sai
non so dirti come e quando
ma vedrai che cambierà

P. ha detto...

Come il tuo omonimo, sai benissimo che non è così. Me la conti come lui la conta alla destinataria della canzone. E come lui, non ci credi neanche tu... Grazie comunque.