She's gone
Sembra strano che oggi sia il giorno che aspettavo da ormai tre anni, mentre ieri è stato un giorno che speravo non arrivasse mai. E' bizzarro, come, per quanto io sia convinto della totale esistenza del libero arbitrio, sembra esserci un disegno perverso che porta a soffrire inutilmente. Un disegno che porta a velare di una pallida malinconia persino i traguardi storici che attendiamo da una vita. Così questa mattina mentre attendevo il mio turno dal dentista, mi sono ritrovato con la mente alla sera precedente.
Mi riporta al presente una ragazza che entra nella sala d'aspetto, avrà all'incirca trent'anni, chissà perchè mi viene naturale cercare di dare un'età ad ogni persona. Mi vede pensieroso e senza nessun accenno mi si siede accanto. Un robot, così vicini eppure così dannatamente estranei, viviamo spostandoci su piste magnetiche non curandoci di nessuno, bella forza essere la razza più evoluta del pianeta. La guardo distrattamente per un momento, come se non esistessi, il mio pensiero torna indietro.
Mi sorride come sempre ma questa volta in modo meno sincero, in modo più formale. Una breve passeggiata tra le luminarie della piazza, sono davvero belle quest'anno, almeno su qualcosa siamo d'accordo. Non c'è nessuno in giro, il silenzio è assordante, ci avviamo tranquilli verso il centro, è una bella serata per passeggiare, non sembra nemmeno la fine di novembre. Discorsi anonimi, giusto per non sembrare così lontani, così soli, ma le cose si devono risolvere in qualche maniera, è inutile fare finta di nulla, anche se per qualche tempo è piacevole trovarsi in quello spazio dove passato e futuro non esistono.
Il dentista chiama la ragazza di fianco a me, ma come, sono arrivato prima io! Poco importa non ho molto da fare oggi, se non togliermi di dosso questa tuta appiccicosa di tristezza, con il tempo evaporerà lo so ma intanto devo imparare a conviverci, vengo a patti con la mia memoria, ti lascio funzionare solo perchè tu non mi prenda alla sprovvista, ora non puoi fare molti danni perciò mi stà bene. Mi ritrovo a fissare le piastrelle del pavimento, sono formate da centinaia di piccoli frammenti di rocce varie che s'intrecciano in arabeschi casuali. se li guardi con la coda dell'occhio sembrano muoversi come serpenti ma appena li fissi tornano rocce. Passo qualche minuto a giocare con le illusioni ottiche del pavimento, intanto la mia mente ritorna al passato.
Cosa mi aspettavo di trovare, mi chiedo, mentre lei mi parla delle sue storie passate e della sua ingenuità, non mi capisce, non capisce che non c'è niente di malizioso in me. Semplicemente non sà o non vuole adattarsi alla situazione, non mi accetta, ha altro a cui pensare ora, non ho possibilità. Tutti i miei buoni propositi, tutti i pensieri, le emozioni che vorrei trasmetterle scompaiono, si sfaldano, resta solo l'essenziale, il capire come siamo arrivati a questo. Il motivo è lampante, siamo su due pianeti distanti anni luce, anche se siamo tutti e due rotondi e luminosi, semplicemente non si può. Non è colpa di nessuno, sempre che non ci sia davvero qualcuno che ci muove come pedine e gode nel vedere lo spettacolo che creiamo ma è una sciocca fantasia, la realtà è che non è colpa di nessuno. Scaccio i "se" ed i "ma" ed il continuo impulso di abbracciarla, finiamo in macchina, è ora di tornare a casa.
L'assistente del dentista mi chiama con il suo accento dell'est, le prime volte non capivo quando mi chiamava, tra l'accento, la sua voce bassa e la timidezza il mio nome viene storpiato in un mugugno appena udibile. Ho imparato nei mesi a riconoscere quel suono come il mio nome, comunque oggi sono da solo ad aspettare, non ho dubbi. E' il mio turno finalmente, ho aspettato anche di più in passato, dovrei saltare di gioia, godermi il momento tanto atteso, ma il ricordo di ieri ancora mi avvolge e mi rende un fantasma.
Arriviamo alla sua macchina, sappiamo entrambi che non ci saranno altre possibilità, i giochi sono fatti, non c'è altro da dirsi, non c'è altro da fare. L' autoradio sta suonando Nude dei Radiohead, e mentre Thom Yorke ci ricorda quanto sia inutile farsi grandi aspettative, restiamo lì immobili ad ascoltare, come incantati, il tempo è scandito solo dal contatore sul display. Stupenda quanto dannatamente triste è Nude ed in quel momento è la colonna sonora della mia anima che piange. Poi la musica finisce, premo il tasto "off" e spengo tutto. Buona notte e alla prossima, anche se sappiamo entrambi che non ci sarà. Un attimo dopo lei è già fuori dalla mia macchina, e quello successivo sono lanciato sulla strada notturna deserta.
Mi sdraio sul lettino che comincia ad abbassarsi, il dentista mi sorride soddisfatto, "Bene bene, oggi è un giorno storico!", gli sorrido mio malgrado, non sà quanto ha ragione. La luce della lampada mi abbaglia, succede sempre così, poi mi sistemo e riesco a riaprire gli occhi, sono ancora da solo, il dottore è andato a prendere i ferri del mestiere.
Mentre guido rapido verso l'uscita della città non incontro nessuno, meglio, così non devo rallentare, la radio è spenta ma nella mia mente sta ancora suonando quella canzone.
And now that you found it
It's gone
Now that you feel it
You don't
It's gone forever.