Not (Charlie Romeo yankee)

Sono andato a correre, non potevo stare in casa ancora un po'. E poco importa se alla fine dell'andata avevo urgente bisogno di una bombola di O^2, causa attacco di tosse simil-attacco-asmatico. E poco importa anche se avevo appena finito di pranzare con arrosto di tacchino e gelato. Ora non mi reggo in piedi, sono sudato come uno spogliatoio di baskettari dopo allenamento, ho una saturazione di ossigeno che rasenta lo zero (leggi un manuale di necroscopia per l'effettiva fattibilità di tale valore), però sono troppo impegnato a pensare a come arrivare ai prossimi 10 minuti per poter pensare a qualsiasi altra cosa. Per questo correre mi fa bene: sei troppo concentrato a pensare alla fatica che stai facendo e a fare i prossimi dieci metri per pensare a qualsiasi altra cosa. Ti vuota la testa, ti libera la mente. Nonostante ciò proverò a scrivere qualcosa di compiuto, e nel frattempo tenterò anche di rispondere al commento alla negazione di questo post (uh, uh, uh... =D). Gergo NATO? No, no no era solo un riferimento a un mio conoscente americano col doppio nome, dato che i suoi erano amanti del Bardo... =D Sorry anche me, non ho salutato diverse persone, è che quando siamo andati un po' tutti erano spariti, e poi gli altri pressavano perché li portassi a casa, o meglio me lo stavano facendo capire, e non volevo farli aspettare. Sloth aveva il treno all'ora in cui mi sono alzato... Che sono troppo fissato me l'ha detto anche un altro amico, papale, papale. Aspetto il terzo per fare la prova, ma lo so. E so anche il perché, ma forse non è il caso che stia qui a spiegarlo, too much traffic. L'ho capito ieri che non ci possono essere grigi comunque. E se vogliamo continuare a parlare di colori, penso che la scelta più giusta per tutti sia il nero. No, no, non voglio macchiarmi di crimini. E' solo che non è la scelta lieto fine. Non è quella felice, quella che se va è da film. Chi ci crede ai film. Chi ci crede nell'amore. Chi ci crede, ora, in qualsiasi cosa... Ci ho pensato, te l'assicuro. A matematica è men che meno contemplata, è tutto così strano, così paranoico, così poco normale. Non sai male quale è la tonalità di grigio a cui mirare, se lei pensa al tuo stesso grigio, se lei pensa in bianco e nero, boh. Forse la mia scelta nero è anche l'unica dettata da tutto, da come si comporta, da quello che mi ha fatto capire, ecc, ecc. Dovrei pensarla così la cosa, spogliarla di tutti gli orpelli, quelli suoi, quelli dovuti al fatto che siamo a matematica, quelli miei. I fatti: non ha funzionato, come non funziona migliaia di volte. E dirmi che lei me l'ha detto praticamente subito, e che tutto il resto non è che una coda, tipo uno studio di Rachmaninoff. Forse così è più semplice. Forse così c'è anche quella ragione che mi sforzo di trovare da un sacco di tempo a questa parte.

P.