21 anni: nel live in Londra del 1968, pubblicato come Dream Letter - live in London, già qualcosa
è cambiato. In un anno la voce cambia, e basta paragonare le canzoni presenti in entrambi i dischi per rendersene conto. L'intonazione è meno eterea, astratta, si avvicina al concreto e a quel registro medio in cui Tim è inarrivabile. Un occhio di riguardo per Dolphins, che verrà riproposta lungo tutta la sua carriera, per i virtuosismi bestiali di Who do you love, per l'epica e bellissima Wayfaring stranger. In generale la voce è più coinvolgente, un pelo più grave, più concreta, cosa che carica di ulteriore drammaticità canzoni come Pleasant Street. Non scordiamoci che è un concerto di 2 ore non stop, cui inoltre Tim sbaglierà l'intonazione di forse una o due note. Una vera e propria macchina da canto.
22 anni, un altro live: al Trobadour registra una decina di canzoni tra cui una versione bestiale di Gypsy Woman: l'assolo vocale con cui termina la canzone è davvero da brividi, e mostra tutto quello che può con le corde vocali: bassi terrifici, acuti allucinati, pianissimi. Tutte le volte che gli strumenti si mettono a tacere e lancia questo solo un brivido mi prende la schiena, per poi poi terminare quando le congas timidamente cercano di riprendere spazio per la conclusione strumentale.Saltiamo a 24 anni, con Starsailor. La voce non è più voce che canta, è strumento che suona. Tim ha affinato le capacità tecniche, come dice Scaruffi, che apprezzo tanto quando parla di Tim (e un po' meno quando parla di Radiohead)
"Lo stile vocale di Buckley ha ormai raggiunto la perfezione tecnica e puo' permettersi qualunque suono: secoli di tradizione vocale nera sono stati sintetizzati in una perfetta macchina di shout, cry, acuti, scat, rap, whoop, fade-out, e ogni sorta di saliscendi spericolati su e giu' per le scale tonali, con duttilità praticamente illimitata."
Ormai è l'apice della carriera di Buckley, le sperimentazioni l'hanno lanciato
oltre le stelle, e purtroppo ora comincia la discesa. Artistica, ma anche vocale. La voce diventa più adulta, rimane particolarissima e bella, ma la necessita di far soldi la costringe in una gabbia di soul e funky. Buckley non si libra più tra le stelle, ma si limita a navigare in un triste showbiz. Chi gli avrebbe d'altra parte dato un'altra occasione dopo Starsailor? E in tale caso cosa avrebbe sfornato, se fosse stato libero di seguire il suo enorme, illimitato talento? E fin dove si sarebbe spinta la sua voce, che già saltellava qua e là tra le stelle?Qui una bellissima, breve storia della sua vita e della sua arte.
P.
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