martedì 29 aprile 2008

L'essenziale è invisibile agli occhi


" ...Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora.
" Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi...
Perché è lei che ho innaffiata.
Perché è lei che ho messa sotto la campana di vetro, lei che ho riparato col paravento.
Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo due o tre per le farfalle).
Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa. "
" Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi. "
" L'essenziale è invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe, per ricordarselo.
" E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante. ..."


(Antoine de Saint-Exupery, Il Piccolo Principe)

P.

Brutto periodo

per gli (o le?) iris. Ce n'erano un paio di piante piantate qualche tempo fa su un aiuola creata sulla strada che faccio a piedi ogni volta che vado in biblioteca. Proprio ieri ho avuto l'opportunità di vederle in fiore. Bianche, bel fiore, proporzionato, elegante. Ci ripasso stamattina: alla più fortunata avevano solo strappato tutto lo stelo floreale. L'altra aveva avuto il privilegio di subire un completo sradicamento, per po strapparne diverse foglie insieme coi fiori. Sono passato veloce, imbecilli. Se non altro per il rispetto per cose non proprie.

P.

lunedì 28 aprile 2008

Grandissimo figlio di buona donna

Ieri sono andato in montagna, e frammentre stavo estirpando decine e decine di piante d'erbaccia tra i miei fiori, mi sono accorto della presenza di certi buchi, o meglio, dell'assenza di certe piante... Per farla breve, un grandissimo figlio di buona donna che passava di lì ha pensato bene di tazzarmi, non so se in questo ordine, una pianta di ciascuna delle seguenti varietà:

- Dolce acqua


- Before the storm


- Geniality


- Mio ibrido ancora da fiorire


Inoltre cercando di prendere altri rizomi mi ha dimezzato la pianta di Conjuration comprata l'anno scorso


e anche di un rosso di cui non ho foto.

E tutto ciò ovviamente non sapendo, nella sua animale ignoranza, che gli iris (tra)piantati in questo periodo sono destinati inevitabilmente a morire. Imbecille. Stronzo. Fottiti. Che nervoso...

P.

giovedì 17 aprile 2008

Può il battito delle ali

di una farfalla in Brasile scatenare un tornado in Texas?

E' morto il meteorologo Edward Lorenz, colui che ha scoperto (o inventato?) la teoria del caos, cioè ha scoperto la sensibilità dalle condizioni iniziali (per dirla come uno che conosco, ha scoperto un ragazzo innamorato). Ci lascia una branca stupenda della matematica e la certezza che le previsioni del tempo sono affidabili solo entro un breve lasso di tempo (e solo se non dovete andare a fare una gita e mettono sole).


Nella foto: vedi corso Modelli e sistemi dinamici.

P.

mercoledì 16 aprile 2008

Demonoid is back!!

Quando ho aperto la mail oggi non volevo credere ai miei occhi: il mio tracker preferito, Demonoid, è tornato!!!! Cara la mia adsl, preparati agli straordinari...

P.

martedì 15 aprile 2008

Magra consolazione

Risultati per il Senato, che alla fine è quello che conta:

Sicilia: Veltroni 28.9% - Berlusconi 54.7%
Calabria: Veltroni 36.6% - Berlusconi 44.6%
Puglia: Veltroni 36% - Berlusconi 47.7%
Campania: Veltroni 33.9% - Berlusconi 51.1%
Sardegna: Veltroni 40.4% - Berlusconi 43.7%

Risultato? Una delle prime dichiarazione di Bossi, che non ditemi che non si sapeva avrebbe governato col Berlusca: ora il federalismo fiscale. Chi è (parziale) causa del mal suo...

Cioè, io lo capisco alla fine l'industriale meneghino o veneto che vota il Berlusca... Però uno Siciliano che manda la Lega al governo via Berlusconi, proprio no...

Altra magra consolazione? La fine dei comunisti, ricattatori di ogni governo di sinistra. Bertinotti, a casa! E un'altra? Le vacche magre dei centristi, qualunquisti, populisti, liportiamonoiivaloriveristi...

P.

lunedì 14 aprile 2008

Proiezioni - sulla seconda variabile

Stavo pensando... Spagna? U.K? Cazzo si profila una sconfitta su tutti i fronti, e anche pesante... Non voglio altri 5 anni del nano...

P.

Proiezioni

Bisogna aspettare di vedere la distribuzione dei voti regione per regione, vero? Quindi non mi devo preoccupare di

16:55 Prima proiezione Ipsos per Mediaset

In base alla prima proiezione sul Senato di Ipsos per Mediaset, la coalizione del Pdl-Lega-Mpa si attesta al 47,8% mentre quella Pd-Idv al 37,2%.

vero?

P.

LaRepubblica+F5

Sono già qui. Sono già sul sito de la Repubblica. Ogni tanto refresho, non si sa mai. Dicono che i primi exit-poll usciranno alle 15. Per quello che servono. La vedo grigia ragazzi, vorrei tanto sbagliarmi, ma... Ho già in canna il post pieno di improperi. Non li voglio altri 5 anni del nano...

P.

domenica 13 aprile 2008

Pollini in Bruxelles

Sapete no che sono andato a Bruxelles a sentire Maurizio Pollini suonare il primo libro del Clavicembalo Ben Temperato, no? Beh, lasciatemi spendere un paio di parole sul concerto, dopo aver pubblicato un chilometrico post su tutto quello che c'è stato a margine. Primo preludio, do maggiore, un filo di pedale. Interpretazione classica, liscia, qualche irregolarità ritmica, forse si deve scaldare. Eppure qualche lievissima irregolarità si notava anche nel re maggiore, nel re minore, in altri preludi brevi affrontati a velocità spesso vertiginosa. Interpretazione che ricorda un po' Richter. Do minore, do# maggiore, sib maggiore. Preludi e fughe per mostrare le potenzialità del pianforte e, in questo caso, anche un po' del pianista. Interpretazione, tutto sommato, molto buona, quadrata, elegante, di classe. Non normale. Qualche sbavatura, poche, poco importa. Un Pollini apparentemente molto più a suo agio nelle fughe complesse, 4, 5 voci, in cui conduce il discorso polifonico con una chiarezza, ma soprattutto con un'unitarietà e coerenza esemplari. Un Pollini meno a suo agio nei pezzi brevi, fuga in mi minore (e comunque velocissima e senza alcuna nota sporca!), fuga in re minore, preludi da un minuto. Mi dava l'impressione di non avere un'idea precisa (scusate la bestemmia!), di suonarli e basta (scusate anche quest'altra!). Momento topico della serata, preludio in mib minore/fuga in re# minore, veramente eccezionale. Con un Pollini che alza la mano per far fare silenzio al pubblico che tossisce tra preludio e fuga e il pubblico che gli tributa un meritatissimo applauso alla fine della fuga, unico a parte l'applauso di fine concerto.

P.

Brussels, o Bruxelles, o come cavolo si scrive

Lunedì 18 Febbraio, ore 14.10 circa. Un turistello nella stazione di Reggio Emilia aspetta l'intercity delle 14.19. Non si ricorda, non è sicuro che sia quello il treno giusto. Telefona all'amico, quello che è già sopra a quel treno. Carrozza 4, posto intorno al 70, non si ricorda, ancora una volta, bene. Comunque, se il treno è quello, lo troverà. Telefona. Sì, il treno è quello. Ha uno zainetto, piccolo, con un sacco di fogli con tutte le prenotazioni. E un sacchetto con un cambio, un asciugamano, il necessario per un paio di giorni. Sale. Mentre sta per salire, scende una persona che conosce. Dove vai? In Belgio... Ah... Ciaociao. Carrozza, scompartimento, sono giusti. Il sacchetto scompare nella valigia comune, che cercheranno di far passare come bagaglio a mano. Non appena si siede, due minuti, e già gli prende l'ansia. Dove ho lasciato il mio bagaglio? Ah no, il bagaglio del suo amico è anche il suo bagaglio, è bagaglio comune... Il viaggio scorre tranquillo, sonnecchioso, come tutti i viaggi in treno. Milano. Disturbante, nella sua periferia, nelle sue case popolari, nella gente costretta a viverci, nella gente che ci vive. Si avviano verso Bergamo, è più tranquillo. Arriviano in stazione, altro viaggio tranquillo, cioè, per modo di dire. Il turistello è preoccupatissimo: ci sono ragionevoli motivi per cui possono sospettare che la sera dormiranno sotto un ponte. Bus, arrivano in aeroporto in abbondante anticipo. E quando dico abbondante, intendo abbondante. Se in generale si arriva 2 ore prima del volo, beh, loro sono lì quasi 4 ore prima del volo. Niente. Guardano al check-in, non c'è nessuno di nessuno. Capatina obbligatoria in bagno, cena con panini per il turistello, gelato per l'amico. Ma li lasceranno i panini nel bagaglio a mano? Dici di no? Cavolo, gli tocca mangiarli tutti... Burp... Bisogno di un po' d'acqua per mandarli giù, cavolo, 1euro50... Vanno al check-in, cavolo, 1000 persone in coda... Ma 10 minuti prima non c'era nessuno... Pazienza, fanno la coda, nessun problema, e riescono anche a far passare il trolley come bagaglio a mano. Si siedono, vicino a una porta a vetri, aspettano in mezzo a una mucchia di tifosi dell'Inter (giorno dopo, Liverpool-Inter. Volo Ryanair poco dopo il loro). L'amico è stanco, sonnecchia, è andato a lezione la mattina. E poi non è che ci sia caldissimo, c'è una discreta corrente. Niente, stiamo lì. E' quasi ora dell'imbarco, ci avviamo. Saliamo sull'aereo passando a piedi in pista. Cavolo, che motori, è un Boeing 737. Salgono, il turistello chiede se i posti sono numerati (a posteriori: posti numerati alla Ryanair? Ahahahahah...), solo che la hostess parla solo inglese. Ma sono in Italia... Il turistello inizia ad essere preoccupato sul serio. E' il suo primo volo in aereo, e se cade, e se un uccello finisce in un motore, e se... Il 737 si avvia lento fino in fondo alla pista, inverte direzione. Allacciate le cinture, si parte! Che accelerazione, non ci si accorge neanche che si lascia il suolo, che un bestione di una sessantina di tonnellate (gulp!) voli. Volare, che emozione... Il turistello pensa che ora è così standard, con i tempi di volo che si misurano in migliaia di ore, con tutto automatizzato, tutto standard. Ma non è un miracolo (della tecnica, intendiamoci) fare librare nell'aria 60 tonnellate di roba? Che adrenalina comunque! Bellissime le ville illuminate, coi giardini e le loro piscine, da 100, 200, 300 metri di quota! Bellissime le luci della pianura padana a 1, 2 3 chilometri dal suolo! Nessuna turbolenza, qualche patema per le virate (ma è incredibile virare a 45°!), ed è già ora di atterrare. Il turistello, vicino al finestrino, appena dietro l'ala, guarda la pista per capire quando avviene il contatto. Cavolo, abbiamo toccato il suolo, non si è neanche sentito... Già, peccato che erano ancora a 1 metro di quota... e quando si tocca il suolo veramente si sente, si sentono i freni e tutto trema... Comunque sono in suolo belga, e sani e salvi! Il tempo di rassicurare mamma e pochi altri, ed è già ora di preoccuparsi di arrivare al tetto sotto cui passare la notte. Già, perché i nostri due pazzi scatenati non si sono preoccupati più di tanto di trovare, in anticipo, un modo per andare dall'aeroporto di Charleroi fino all'albergo... Boh, il turistello ha stampato la mappa da google maps (detto per inciso: partendo dal vecchio terminal. Il nuovo, aperto meno di un mese fa, è esattamente dall'altra parte della pista. Quindi, ai 5 km segnalati da gmaps, lo sapete quanto aggiungere, lo sapete quanto è lunga una pista d'aeroporto? Beh...), però appare loro subito un'opzione impraticabile, cioè, non che sembri impraticable, solo che non hanno assolutamente idea di che fare. C'è poca gente in giro, è tardi, nessuno sembra avere una gran voglia di dar loro una mano, e tutto quello che riescono a fare è far cadere un contenitore di depliant cercando qualche improbabile mezzo-di-soccorso-per-turisti-stranieri-e-spaventati-che-vogliono -arrivare-al-loro-non-si-sa-bene-dove-albergo.
Che fare, che non fare, mettono alla prova per la prima volta il francese scolastico del turistello per chiedere a un tassista quanto vuole per portarli fin là. Non appena ne arriva uno (cioè dopo un tot di tempo, visto che era quasi mezzanotte), fa 15-20 euro. Cazzo... Beh se non vogliono dormire in strada, gli tocca. E a posteriori potrebbero dire che ne valse la pena, vista la sberla di strada che il tasssì ha evitato loro di fare a piedi. Lasciato il rimanente ad arrivare ai 15 di mancia, per la seconda volta il turistello prova il suo francese col tipo che evidentemente sta aspettando qualcuno. Bene, pensa: vuol dire che la prenotazione c'è e lui ci aspetta! Beh, circa... Dopo un breve colloquio dice, in un misto di inglese e francese (oh, di necessità...) che ha due prenotazioni a nome del turistello, solo che sono tutte e due annullate, e l'albergo è anche full. Ma porca... Dopo avergli spiegato che aveva annullato la prima, per via di un errore sul numero di persone, ma non la seconda, il turistello è già pronto a chiedergli di farli dormire in sala colazione. Il fato decide però di dar loro una mano sotto forma di camera per bambini e fumatori (??? avrà capito male ???). Comunque, il tempo di una capatina in bagno per festeggiare lo scampato pericolo e per lavarsi i denti, un aulin all'amico del turistello per combattere un mal di testa sospetto, e i nostri due prodi eroi (ma si può dire Prodi ora?). Dicevo, i nostri due Veltroni eroi piombano in un sonno senza sogni (dove l'ho già letta questa frase?) che dura fino alla non tanto prima mattina del giorno dopo. Preparatisi alla veloce, si fiondano alla fermata del bus per andare in stazione e poi alla mèta del loro viaggio, Bruxelles. Bellissimi i treni belgi, moderni, puliti, costosi. Splendido il panorama, con le case così caratteristiche, le torri di un'industria energetica (tipo centrale nucleare di mr. Burns) appena un paio di km fuori da Charleroi, i campi coltivati, il controllore coi baffoni che più tipico e originale non si può, merci e voici. Arrivano, finalmente, nella capitale. Che stazione dei treni schifosa che ha la capitale, però. Tanto che la pensano una sosta intermedia e rischiano di non scendere. Sotterranea, buia, cupa, peggio delle fermate della metro a Roma. Escono, l'aria è gelida. Ci mettono un po' a capire dove si trovano, nella cartina stampata da Gmaps. Salgono una scalinata, finalmente capiscono, sono di fianco al Parco. Così finalmente possono andare a ritirare i biglietti per il concerto, la cosa più importante. E così il nostro turistello può ancora dare sfoggio del suo francese con la tipa che lavora in biglietteria, una fata. Che non vuole neanche vedere il documento d'identità, sulla fiducia, dice. Che carina. Finalmente hanno i biglietti in mano. L'amico del turistello però inizia a mostrare un certo disagio, vuole arrivare alla svelta in albergo. Nonostante i doppi nomi delle vie, che costano un certo sforzo intellettuale nella doppia traduzione (o meglio, nell'adattamento dei suoni dal francese all'olandese), ce la fanno in breve tempo, e questo prima di mezzogiorno. Si svaccano sul letto e per una buona oretta di lì non si muovono, nonostante le donne delle pulizie che fanno le pulizie, chiedendo scusa, mentre la camera è occupata. L'amico del turistello però non sta tanto bene, si sente la febbre e ha mal di gola. Il turistello, nonostante la farmacia che si è portato dietro, non ha nessun antipiretico. Solo le caramelle per il mal di gola. Vanno nonostante questo a mangiare nel più grande centro commerciale di Bruxelles, a un minuto dall'albergo, scegliendo tra i mille ristoranti quello che presenta nel nome una curiosa assonanza con una certa persona. E nonostante ciò, l'assonanza è solo nel nome e non nel carattere, in quanto è un posto abbastanza grezzo in cui ti piazzano la roba dentro al panino con le mani. Poca spesa, però, alla fine. Fanno un giretto nel centro commerciale. Carino, diverso da quelli italiani, sembra che non ci sia troppa gente a fare solo una vasca (capite, o reggiani, a cosa mi riferisco?), a parte qualche gang che sembra uscita dal Bronx o simila. L'amico non sta tanto bene, cerchiamo una farmacia. Si piazza a letto con un'aspirina. Il turistello ne approfitta per fare un giretto nei dintorni, comprare un biglietto d'auguri, ritornare nel centro commerciale in cui acquista, non necessariamente nell'ordine: cartoline per famiglia-nonna-dipartimento-amicivari-ecc, francobolli per suddetti oggetti, un po' di spesa tra cui una scatola di cioccolatini burrosi da fare schifo da portare a casa. Poi si fa risucchiare, purtroppo, dal negozione della fnac (la Feltrinelli francofona) e perde ivi un'oretta buona e un tot di soldi in ciddi a prezzo stracciato introvabili in Italia e su Amazon. Torna dall'amico, che sta un po' meglio. Iniziano a prepararsi per l'evento principe, il motivo per cui sono lì, quello da cui tutto è nato. Strano, al turistello ora sembra un evento accessorio, in secondo piano rispetto al volo in aereo, all'essere in un paese straniero quasi da solo, a cavarsela con la comunicazione (grazie al cielo, essendo italiano, ha il dono di esprimersi decentemente anche a gesti!), alla voglia di tornare a casa, di rivedere facce conosciute da una vite, altre da meno, ma non per questo meno importanti, luoghi cari, familiari, sentire inflessioni rassicuranti, smettere di prepararsi ogni volta quello che si deve dire, di cercare modi per non essere preso per turista, cercare di essere più naturale possibile. Doccia, si apprestano ad uscire. Cena? Eventualmente dopo. Arrivano abbastanza presto, tanto presto da avere una visione. L'amico di più, lui lo vede anche in faccia, dice che è lui. Lo riconosce anche dalla camminata. Il turistello, meno sveglio nonostante tutto, ne intravede solo la sagoma e la nuca. Ma anche a lui sembra lui. Era in coda al gruppo appena sceso dall'autobus. Possibile che il pianista, il centro assoluto dell'attenzione per quell'evento, l'artista pagato probabilmente più di 50k euro per quel paio di ore seduto davanti quegli 88 tasti bianchi e neri, arrivi in autobus? Mistero che probabilmente rimarrà. Entrano, comprano il libretto (bruttissimo, poco esauriente, pieno di pubblicità, ma se no come si fa a ricordarsi di esserci stati? E dove ci si fa fare un eventuale autografo?), scaricano i cappotti (gratis!! Capito, iteatri??), si piazzano a sedere. Bello l'auditorium, i posti sono più vicino di quanto non pensassero. La tensione è palpabile. Entra Pollini. Sotto braccio un libro consunto, son cahier d'étude, come avrebbe detto uno spettatore francese alla fine del concerto. Già, le pagine ingiallite, i fogli ormai tutti staccati, la rilegatura inesistente. Piuttosto suggestivo, non c'è che dire. Chissà quante ore ci avrà passato sopra, nella sua adolescenza. E non l'ha quasi mai suonato in pubblico, a differenza di moltissimi altri pezzi. Il concerto inizia, col celeberrimo Preludio in Do maggiore. E termina con la bellissima e monumentale, seppur molto meno nota, Fuga in Si minore. Per l'interpretazione, vedere il post apposito. Escono dalla sala soddisfatti, forse hanno assistito a un'interpretazione come tante, forse no. Perché Pollini è uno dei Titani del pianismo del novecento. Perché il WTK non l'ha suonato così spesso. Perché ha una visione della musica che ben si sposa con una certa interpretazione di Bach (non l'unica possibile, intendiamoci!), tanto che l'interpretazione è piaciuta anche al nostro turistello che, nonostante rispetti, ammiri, comprenda il pianista milanese, non ne è esteticamente molto attratto (a parte pochi, folgoranti, esempi: Polacca fantasia, op.109, sonata di Schumann per fare qualche esempio). Tornano all'albergo sazi, più che di cibo (niente cena!!), di musica. Vanno a dormire soddisfatti. Il mattino dopo si alzano piuttosto presto, il nostro turistello scende a chiedere informazioni in portineria per arrivare all'aeroporto, e nel frattempo, meglio tardi che mai, si fa dare una cartina della città, proprio mentre è in procinto di lasciarla. La colazione è sufficiente, la mattinata è lunga per fare una visita a tutti i monumenti che non si sono ancora visti. Ad esempio il decimo piano di un parcheggio per auto. E a che fare? Beh per vedere gratis il panorama della città, molecolone di Ferro, che è troppo lontano per visitarlo, compreso. Oppure la piazza principale, veramente bellissima, patrimonio dell'umanità Unesco. E passare per il quartiere gai, percorso obbligato verso la stazione di partenza degli autobus per Charleroi. E cercare un posto per pranzare, ivi. Questo no. Questo no, troppo caro. Questo no, troppi uomini. Questo no, ha un nome ambiguo. Questo? Boh, proviamo... Bella città tutto sommato Bruxelles. Strade e marciapiedi larghi, poco traffico, molto pulita, un sacco di piante piantate negli ultimi anni. Come il quasi-boschetto piantato davanti la cattedrale. Bellissima idea, IMHO. A discapito delle foto turistiche, un'idea di eco-compatibilità, di bosco-in-città che si integra con gli edifici storici davvero geniale. Arriviamo a Charleroi, check-in, aereo. Voliamo al tramonto, bellissimo. Un mare di nuvole, e dietro il sole rosso. E una considerazione, chissà perché le nuvole stanno tutte alla stessa altezza, questione di 10-20 metri penso. E una nuvola solitaria che svetta un po' più in alto delle altre, a smentire (o confermare?) questa ipotesi. Bergamo, Milano, Reggio, finalmente a casa. Finalmente tornato alle cose che amo. Ma non stavo tornando da una cosa che amo? Beh, e dov'è la contraddizione?

P.

sabato 12 aprile 2008

I'm back!

Il pc è tornato a vivere, con qualche problema con l'ethernet del router, ma va bene così. Avrei diverse cose da raccontare, da MedeskiMartin&Wood di domenica a Correggio, al Fidelio di martedì, al Bruxelles di qualche mese fa ormai, alla Clematis che ho comprato, alla tesi che devo fare. Già, devo fare la tesi, quindi vado a fare la tesi in biblioteca, chemmeglio... A dopo!

P.