domenica 30 settembre 2007

Mi sto ammalando...

Oggi abbiamo vendemmiato e mostato in montagna, ma non è di questo che voglio pensare. E' che mi sa che mi sto ammalando. Tutto oggi con un mal di testa da bestia, e poi proprio la sensazione di starsi ammalando, quando magari non hai freddo, ma al caldo stai decisamente meglio. Speriamo di no, speriamo di no...

P.

sabato 29 settembre 2007

Ho sonno

Quindi non mi metto a scrivere qualcosa di serio, magari posto un testo. Ieri sera ho fatto le due, stamattina alle 9 ero in biblioteca, ma morto dal sonno, ho fatto mezz'ora, sono andato a prendere il caffé, a mezzogiorno ero a casa. Sono tornato là alle tre, alle quattro mi stavo abbioccando di peso, non avevo la moneta per il caffé, solo un pezzo da 50. Allora sono andato alla Discoland e mi sono prenso un dvd, doppio, Pollini. Solo che costava 19.80, quindi mi ha dato uno da 20 uno da 10 e 20 cents. Dannazione, niente caffé. Alle sei e mezza mi sono avviato verso casa. Lì per andare a casa avevo davanti una coppia mano nella mano. Invidia. Pensieri malsani di un passato ormai lontano. Scuoto forte la testa, mi avranno preso per scemo, accelero di peso il passo, non voglio vederli. Sono già avanti di 10 metri, sento che mi chiamano. Cavolo, la coppia era un mio amico e la sua tipa. Figura di cacca. Però mi sono rifatto. In 5 minuti avrò detto 20 cazzate, ma divertenti, sono simpatico. Poi a casa, mi sono attaccato al pc, stacco solo ora, che ho sonno. Niente testo, non sono ispirato nella ricerca. E comunque forza Inter!

P.

Grande saggio

Daniele. Volevo andare anche io a firmare per il V-Day. Non mi convincevano tanto le modalità, alcune proposte, però mi sarebbe piaciuto fare parte di quelli che vogliono fare capire al potere che non può fare quel cazzo che gli pare e che la gente è stufa della politica fatta come è fatta adesso. Se non altro i giovani, la maggior parte dei giovani. Sono andato in piazza, ma avevano finito i moduli. Per fortuna. Perché dopo le mie convinzioni anti-V si sono rafforzate. Anche per il fatto che mi dà sui nervi quando una persona ha troppo seguito (e quando l'ha basandosi sul solito populismo, cavalcando la cresta dell'onda, basandosi spesso sul fanatismo dei fan che prendono per oro colato ogni cosa che dice, anche le stronzate colossali) e quando le persone dicono "Ah io seguo e leggo Grillo" perché fa figo, fa impegnato socialmente ecc. Se ti impegni socialmente non c'è bisogno di dirlo, lo fai perché vuoi migliorare quello che ti sta intorno, non perché vuoi che quelli che ti stanno intorno lo sappiano. Mille volte più rispetto a chi dà 50 euri in beneficenza e non lo dice a anima viva, di quello che ne dona 500 e se ne vanta in lungo e in largo (questo discorso, se fossi uno che la riceve la beneficenza, varrebbe come un soldo di cacio: ma visto che ho la fortuna di non vivere in Africa e di poter permettermi di giudicarle queste cose (e perché no, anche di farne di beneficenza...), lo faccio). Sottolineo in particolare due cose dall'intervento:

Lenny Bruce sosteneva, a ragione, che chi fa satira non è migliore dei suoi bersagli. Se parli alla pancia, certo che riempi le piazze, ma non è "democrazia dal basso": al massimo è flash-mobbing.


et

Senza la dimensione collettiva, negata oggi dallo Stato e dal mercato, l'individuo resta indifeso, perde i suoi diritti, non può più essere rappresentato, viene manipolato. E' questo il grido disperato che nessuno ascolta. La soluzione ai problemi sociali, economici e culturali del nostro Paese può essere solo collettiva. A quel punto diventerebbe semplice, anche per Grillo, dire:- Non sono il vostro leader. Pensate col vostro cervello. Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo.

P.

Modificare il blog?

Stavo pensando di cambiare la frase sotto il titolo del blog in "Il blog al confronto del quale I dolori del giovane Werther (che non era un blog!) è un Harmony". Cosa ne pensa il pubblico? Ieri sera cena di classe, eravamo in 5, poi si sono aggiunte 2, quindi alla fine 7 (wow, ma allora la matematica serve a qualcosa!) di cui io l'unico man. Piacevole serata, a parte quella parte in cui ci si è messi a parlare di quella spostata che vuole mettere in cantiere il bambino, di tutte le morosate che si dicevano che è lunga l'attesa (vedi università loro o dei rispettivi compagni) prima di mettere su matrimonio, tutti così sicuri del loro futuro, pieni di piani e aspettative (a anche tutte col moroso, sob... ='( ). La prossima volta porrò la condizione che se non mi procurano almeno una persona con cui parlare di calcio e donne, non ci sarò. E poi che lavorano, che vogliono iniziare a lavorare ecc ecc e io che non so cosa mi succederà domani, che 1-11, che che tutti dicono sono una sedicenne, che a volte non ho voglia neanche di alzarmi dal letto, che un sorriso mi uccide e due occhi chiari pasteggiano con i miei resti mortali, che ho sonno perché sono arrivato a casa alle 2 e alle 9.30 ero in biblioteca a studiare relatività, che eh Baro la tua collezione di anelli di matrimonio?, che affogare il dolore nella ghisa mentre loro affogano la loro felicità nello step, che se avessi saputo che eri così alle superiori ti cagavo di più (così figo? No, così perfido). Bof. Grazie a Rilke che questo mese mi ha garantito 8 visite.

P.S. il filmato del precedente post voleva essere ironico e dissacratorio, a dispetto del commento serio.

P.

venerdì 28 settembre 2007

Probabilmente il brano più geniale del '900 musicale



Il 4'33'' di John Cage, un brano di puro silenzio per pianoforte (qui in versione orchestrale però. Domanda difficile: chi ne ha curato l'orchestrazione?), in tre movimenti: 30'', 2'23'' e 1'40''. I 273'' che costituiscono la sua durata totale richiamano esplicitamente la temperatura di -273 gradi, detta zero assoluto: non a caso, perchè il silenzio è per la musica ciò che lo zero è per la matematica. (Odifreddi)

P.

giovedì 27 settembre 2007

Lisp


Buonanotte, fiorellini.

P.

Domani esame, ho iniziato a studiare ieri alle quattro.

Sì, domani esame con questi simpatici individui:


Sì, ho iniziato a studiarlo ieri alle quattro. Vada come vada, tanto peggio che come col Lorenzi che ho studiato 40 giorni non penso proprio che vada. Intanto preciso che non ho mai messo foto di gogno sul blog, che schifo, ma semplicemente una volta ho parlato della serata-gogno organizzata dai miei amici a cui la mia dignità mi ha impedito di partecipare, o forse un'altra volta ho parlato della birra che sapeva di gogno nella birreria rivale della Divina. Boh. Sta di fatto che sto sondando le acque, perché non voglio innamorarmi un'altra volta, perché fa troppo male dopo. Tanto sono già sicuro che ce l'ha già il tipo, e se ce l'ha non ci combino niente, e se ci combino qualcosa sarà solo un buco nell'acqua. E intanto ci sono ricascato di nuovo, ieri in mensa, una voleva entrare dall'uscita di emergenza, le ho aperto la porta, colpa mia se gli occhi chiari mi stendono? E se poi mi sorridono anche (non gli occhi, solo una volta li ho visti due occhi sorridermi, una volta sola, e mi hanno fatto illudere, per di più, ma meglio che non racconti ulteriormente, meglio...)... Sono proprio un'adolescente sedicenne (l'apostrofo è voluto!), già. Che studia teoria dei semigruppi e Ritz-Galerkin, però. Anzi meglio se ora torno a studiare l'assegnazione di tipi. Vi lascio con Damien Rice, Accidental babies:

And is he dark enough?
Enough to see your light?
And do you brush your teeth before you kiss?
Do you miss my smell?
And is he bold enough to take you on?
Do you feel like you belong?
And does he drive you wild?
Or just mildly free?

E anche con un nobody loves me, che ci sta sempre bene.

P.

mercoledì 26 settembre 2007

Gogno

E' con grande onore (e anche con un pizzico di commozione) che annuncio che siamo al 63 posto su Google nei risultati della ricerca della parola "gogno". E magari dopo questo post saliamo anche un altro po'. E qualcuno è arrivato su questo sito proprio in questo modo. Grazie ragazzi, sono orgoglioso di tutti voi :'-(.
Nobody loves me, cmq. E odio il dipartimento.

P.

Ce le ho che turbinano

Media pesata dei 33 esami che ho dato con altri docenti: 29.55
Media pesata dei 6 esami che ho dato con quei due: 26.9

Per non parlare del trattamento che riservano (a me, come ad altri) sotto esame. Che non siamo in sintonia, dite? O che gli sto altamente sulle palle? Non provate a fare osservazioni o commenti, che oggi rispondo a tono.

P.

martedì 25 settembre 2007

E' strana però.

La vita. E a volte anche buffa e imprevedibile. A qualcuno ho già parlato della ragazza della mia porta accanto, anzi, della mia via accanto. Quella che, quando vendemmiavamo insieme da Ferrarini, l'unica volta che eravamo allo stesso filare, prima che fosse chiamata da un'altra parte, mi ha detto che mi sente sempre suonare, e che sono bravo. E difatti abita a 20 metri da casa mia. Quella che qualche anno fa, quando ancora abitavano nella sua via i miei amici e giocavamo a 21 nel parco, tutte le volte che usciva di casa io andavo in porta perché facevo puntualmente la maronata, distratto da cotanta grazia (no, non si chiama Grazia...). Quella a cui, e qualcuno che legge lo sa, ultimamente ho ricominciato a pensare, chissà perché, che sono 3 anni che non la vedo, nonostante abiti a 20 metri in linea d'aria da me. Sì, quella. Ecco. Stamattina lezione in conservatorio. Mia mamma ieri mi fa: mi riporti il flauto di tua sorella, se vai là? Stamattina lo vedo sul tavolo e me ne ricordo, che palle, anche il flauto. Beh non mi ricordavo se c'era lezione o meno, almeno così non vado là per niente, almeno riporto il flauto. Arrivato, non mi ricordo dove vanno riportati gli strumenti. Chiedo nella prima porta aperta che c'è. La porta dopo, dite? Ma è chiusa, posso bussare? Certo. Busso. Avanti. Entro. Subito butto un occhio alla tipa seduta alla scrivania alla sinistra. Poi mi accorgo che c'è anche un'altra persona. Che mi saluta. Ciao. Ciao, rispondo d'istinto. Magari era una persona vecchia, avrei dovuto dire buongiorno, alpiù salve. Ma a un ciao come quello si risponde solo con un altro ciao. Perché era un ciao di una ragazza, di una persona della mia età. Era il suo ciao. Un attimo di smarrimento. Un attimo inebetito. Poi mi ricordo di quello che devo fare, e dico alla tipa sulla sinistra quello che devo fare. Mi fa compilare un modulo, lo faccio distrattamente, mentre penso ai mille all'ora se effettivamente era lei o mi ero sbagliato. Era lei, sì. Cosa faccio, cosa faccio, cosa faccio. Ok finito il modulo, tutto a posto, grazie. Faccio per uscire, la guardo, le chiedo: ma sei qui...? Sì, ora lavoro qui. Ah, io invece qui ci suono, ogni tanto, e provo a finire finalmente questo conservatorio. Ok ciao ciao. Sorrisi. Oggi ci devo tornare lì, chissà se la ribecco. Se la becco mi ci fermo a parlare, chissenefrega del Lorenzi di domani. Che strano tutto ciò.
(Scusate, l'ho sistemato un attimo, era scritto da schifo, troooppi errori).

P.

sabato 22 settembre 2007

So cosa si prova



Poveraccio il voltapagine... Però fa ridere! So cosa si prova quando si perde il filo della musica, e bisogna riprenderlo prima della fine della pagina!

P.


Hahn, ma senza Banach

Mamma mia... Erano due anni che volevo sentire (e vedere) Hilary Hahn dal vivo, e quando e dove capita lei? A Modena il 14 Gennaio, il mio compleanno!! Forse le cose iniziano a girare dal verso giusto...?

P.

venerdì 21 settembre 2007

Non ho molto altro da dire

Cioè sì che ce l'ho, ma non mi sembra il momento. Primo perché non ne ho tanta voglia, un po' il post delle due mi ha scaricato. Secondo perché non posso scrivere un romanzo al giorno, se no la gente si stufa e poi tra un mese non saprò più cosa scrivere. Comunque volevo dirla, una cosa: è un po' rognoso il fatto che non si possano editare i commenti, e se ti dimentichi di scrivere una cosa devi riscriverlo e cancellare il vecchio. E poi ne avrei anche un'altra da dire, una battuta veramente fine riguardo una cosa del commento del buon vecchio RadomE. Solo che è piuttosto volgaruccia, una cosa da uomini, e siccome ci sono un po' di donne alla lettura, ogni tanto, ve la risparmio. Per chi la volesse proprio, me la chieda in chat...

P.

Che volete che vi dica?

Non era sufficiente una semplice risposta via commento. Allora scrivo un post di risposta, così evito anche di scrivere quello che volevo scrivere, se no poi mi tocca sentire le maniere forti del bradipo (mmmh potrei forse evitarlo scappando...) che torna nell'ormai autunno di Parma. Oggi era proprio una giornata autunnale. Non c'era una nuvola in cielo, ma non c'era caldo, neanche a mezzogiorno. Cosa volete che vi dica? Apprezzo il vostro sforzo. Grazie, eppure l'autocommiserazione è ciò che ora mi viene meglio. E sarei incoerente se scrivessi solo quello che penso che la gente voglia sentirsi dire da me, post simpatici, con qualche battuta o chiacchiere sulla musica. Poi, non necessariamente nell'ordine: primo, leggete tutto quello che scrivo, non solo le lamentele, se no poi misinterpretate. Ad esempio, io scrissi:

P. : però non ci sto a questo gioco dello shopping
P. : siamo uomini
P. : non possiamo mercificarci così
P. : e poi è ingannarci
P. : non è andata
P. : allora non era giusta per me
P. : (non se la tua definizione di giusta comprende anche il "ci sta")
P. : no

io non voglio questo. Lo cerco di fuggire con tutte le mie forze, vedi qui. Und

P. : magari era perfetta

Ok. La prima volta no. Però poi ho corretto il tiro. Perché pensate che non sia profondamente convinto delle cose che mi avete scritto? A volte gli aforismi sono una cazzata, frasi da Baci Perugina, a volte sono interpretati completamente al di fuori del loro contesto. Però questo mi sembra tremendamente vero, e anche sincero:

Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce (B. Pascal)

Mi si concede una volta, una volta sola, di non essere razionale come mio solito? E da uno a dieci, quanto pensate di conoscere di quanto conosco io? Va bene tutto, ma proprio tutto tutto non lo scrivo qui sul blog, qualcosa me lo tengo... Non che io sia al 10 su 10, ma cosa ne sapete di come si stava quando si stava insieme (e non iniziate a dire "tu non ci sei mai stato insieme", prendete il senso letterale: stare insieme= stare nello stesso posto), di come si comportava? Pensate che fosse come in dipartimento? No, e non ne potete sapere niente, a meno che non foste lì a spiare. E iniziano a venirmi dei dubbi su questo (sul fatto che ci fosse qualcuno, penso), data la quantità industriale di conoscenza dei cazzi miei che c'è in dipartimento. Bah, non divaghiamo. Non ho intenzione di commentare il ci si è passati tutti, ho litigato di brutto col mio migliore amico un paio di sere fa su questo argomento. Non mi fa stare meglio. Neanche un po'. Mal comune, mezzo gaudio? Neanche per idea. E poi, brutto schematizzare così. Ognuno c'è passato, non tutti ci sono passati, il che è diversissimo: ognuno l'ha vissuta a modo suo. Magari moltissimi peggio di me. Però non classificatemi (a non classificatevi, vi prego) come tutti (*) gli altri. Almeno per me, io sono diverso dagli altri. Almeno per me. Anche voi siete diversi dagli altri. Poi: "Se era perfetta... doveva funzionare per forza!", lo vuoi capire si o no?!. Scusa, ma questa mi sembra una grandissima cazzata. Non ci credo alla persona perfetta per noi, o meglio ci credo, ma non la troveremo mai. Troppe persone, troppe coincidenze che devono incastrarsi. Se il giorno che lei (quella perfetta, dico...) viene all'università e tu hai l'influenza? Magari il treno arriva in ritardo di 10 minuti e non vi incrociate. Vedete che se poi leggete a spizzichi e mozzichi, mi fraintendete? Qui circa come la penso. Anzi, senza circa. Ah, scusa per la camicia. Non volevo farmi notare. Volevo solo avere un aspetto un minimo decente. E poi c'era freddo per la maglietta. E poi loro, farsi notare sicuramente, ma sicuramente non da me, o almeno non più, ormai. Ma magari da qualcun altro (migliore di me? Ops, scusate...), magari sì. Magari da strappino. Boh. Volete che sia sincero? Forse non è per farsi notare da qualcuno, ma solo per farsi notare. E per come ho visto che è andata la serata, con tutte le persone che ronzavano intorno, con tutte le risate che sentivo proveniere dagli antipodi, credo ci siano riuscite. Volete che sia immodesto? Credo di non essere la persona più facile da cui farsi notare, almeno per quello che mi dicono la gente pensi di me (vedi alla voce: orso, parafrasando Grassman). Eppure , e non sapete quanto mi spiace, una volta ci sono cascato anche io. E che non gliene importi niente, se ci sono cascato, mi spiace ancora di più. Anzi, mi mortifica, mi mortifica il fatto che tutta la mia attenzione, tutto quello che ho provato a fare e a dare, non è servito a niente. Niente. I did all my best. Dovrei essere soddisfatto con me stesso? Dovrei dirmi: ho fatto tutto, non è andata, ma io non potevo fare di più? Non ce la faccio. E poi, magari, era (ed ero) solo un gioco. Non lo saprò mai. Scusate, ma non riesco a trovarci una ragione. Forse non c'è una ragione, a parte il è andata così. Allora se non riesco a trovarla fuori la ragione, allora la cerco (e la trovo) in me. Ora vado in biblioteca a studiare. Finisco stasera.

(*) (ci vedo una connotazione piuttosto negativa nel tutti, sia per quanto riguarda il qualunquismo che è implicito, sia per quanto riguarda la massificazione selvaggia, di sentimenti, di comportamenti, di tutto ciò che è vita, e l'annesso e connesso populismo. L'unico luogo in cui posso, se proprio volete, provare gioia per un tutti è probabilmente alla fine di una cadenza di un concerto di Mozart (poi metto la foto). N.d.P.)

P.


giovedì 20 settembre 2007

Con un amico immaginario

P. : ciao
P. : come va?
P. : sono appena tornato da allenamento
P. : buon allenamento, dài
P. : non te ne frega niente, vero?
P. : già
P. : io non sono la tua morosa
P. : né tu la mia, gistamente
P. : già
P. :
P. : già
P. : domani vado in dipartimento
P. : devo studiare un po' con gli altri
P. : spero che mi tirino un po' su loro
P. : è che nonostante gli antipodi
P. : l'ho sentita lo stesso
P. : anche se a scoppio ritardato
P. : come l'ho sentita...
P. :
P. : non annuisci neanche più, ora?
P. : già, ne hai tutto il diritto
P. : già
P. : .
P. : .
P. : .
P. : e lei ha tutto il diritto di vivere la sua vita
P. : è colpa solo mia se mi faccio condizionare
P. : già, colpa mia
P. : solo mia
P. : mia
P. : mia
P. : .
P. : ma ciò non mi dà il diritto di trattare male le altre persone
P. : o sì?
P. : tanto chi ne paga le conseguenze son io
P. : lei può anzi deve continuare a ridere con i suoi amici
P. : colpa mia se non ce la faccio più a ridere coi miei
P. : solo mia
P. : unicamente mia
P. : già, mia
P. : .
P. : .
P. : .
P. : ci sei?
P. : ah, ok, pensavo che te ne fossi andato
P. : sai, mi fa bene parlare
P. : se poi non devo pagare uno psic perché mi ascolti è meglio
P. : meglio, eh
P. : dici che è colpa mia?
P. : secondo te cosa ho sbagliato?
P. : non riesco a capire
P. : forse non c'è niente da capire
P. : è così e basta
P. : forse non c'è proprio NIENTE da capire in nessuna cosa
P. : è così, basta
P. : troppo complesse le cose per ingabbiarle nei nostri schemi mentali
P. : quelli poi rigidi di matematici, figuriamoci
P. : ma secondo te
P. : sono io a non aver capito niente della vita
P. : se non riesco ad accettare l'idea
P. : che bon, finita con una, peggio per lei, si passa alla prossima
P. : così, come essere in un negozio di vestiti
P. : questo? bellissimo ma è già comprato
P. : questo? mi spiace, costa troppo per lei
P. : questo sgualcito? beh ne faccio anche a meno, sa...
P. : ah questo è davvero carino, era in un angolo, non l'aveva notato nessuno
P. : forse perché alla prima occhiata sembra piatto
P. : ma se lo guardi bene, alla luce
P. : è perfetto per te
P. : allora lo prendo
P. : va bene, andiamo alla cassa
P. : ok, pagobancomat
P. : (codice)
P. : mi spiace, ma rimaniamo amici e basta
P. : (un vestito che parla?)
P. : e io dove lo trovo un altro vestito che mi sta a pennello come quello
P. : o forse era solo un'illusione
P. : è solo che ho freddo e un vestito vale l'altro
P. : tanto basta farseli piacere
P. : ho freddo
P. : freddo
P. : freddo
P. : ok lo fanno tutti
P. : se non va, allora addio
P. : ma per questo è giusto?
P. : no non è per niente giusto
P. : o forse sì
P. : ognuno ha la sua vita
P. : è inutile buttarne via una parte per pensare che è andata male
P. : no
P. : non va così
P. : no
P. : no
P. : no
P. : ti posso concedere che forse alla fine non era il vestito giusto per me
P. : mi evidenziava qualche difetto
P. : potevo portarlo solo in certe particolari occasioni
P. : però non ci sto a questo gioco dello shopping
P. : siamo uomini
P. : non possiamo mercificarci così
P. : e poi è ingannarci
P. : non è andata
P. : allora non era giusta per me
P. : (non se la tua definizione di giusta comprende anche il "ci sta")
P. : no
P. : magari era perfetta
P. : una meraviglia di vestito
P. : però hai sbagliato a digitare il codice per tre volte
P. : e non puoi più digitare quello giusto
P. : ora che te lo ricordi
P. : ora che continui a darti dello stupido
P. : perché non era 691 ma 961, magari
P. : perché se solo la terza volta avessi provato col 961
P. : e non avessi insistito col 691
P. : .
P. : .
P. : .
P. : ed è come passeggiare nella via della moda a Milano
P. : con stracci adosso
P. : e magari ti senti a disagio non perché tu abbia freddo
P. : ma per come ti guardano dall'alto al basso gli altri
P. : o per come TU ti senti guardare dall'alto al basso
P. : dal basso dei tuoi stracci
P. : no
P. : io ho freddo
P. : e non m'importa che gli altri siano vestiti Gucci o Armani
P. : e che tanto io non potrò mai permettermeli quegli abiti
P. : io voglio qualcosa di comodo
P. : senza grandi marche o grandi nomi
P. : che mi scaldi un po'
P. : già
P. : .
P. : .
P. : .
P. : .
P. : .
P. : .
P. : domani
P. : let's talk about love?
P. : se ho un po' di tempo
P. : magari sotto sera
P. : che tanto sarò a casa
P. : ci sei ancora?
P. : dormi?
P. : grazie di avermi ascoltato
P. : vado a letto che domani mi alzo presto
P. : ci sentiamo
P. : ciao
P. : notte

P.

martedì 18 settembre 2007

Record storico negativo

La mia autostima credo oggi sia ai minimi storici. Darmi del buono da niente credo sarebbe un complimento. Inotre, ad essere sincero, non ne posso più di gente che mi parla di come affrontare/sopportare la fame con la pancia piena. E' un po' come se Galeazzi andasse in Africa basandosi su sentito dire, oppure dicendo: sì, dovete fare così, mi ricordo che una volta ho avuto anche io fame, deve essere stato una decina di anni fa... Oppure qualcuno che dice: prova a sopportare la fame pensando, che ne so, al fatto che gli orsi bianchi si stanno estinguendo a causa del surriscaldamento climatico. Che sbatti(mento).

P.

lunedì 17 settembre 2007

sabato 15 settembre 2007

Sospensione tecnica allo sciopero della scrittura

Questa volta vorrei sapere chi è che oggi ha speso una decina di minuti della sua vita per farmi un centinaio di visite, penso clikkando random sul pulsante Aggiorna. Cioè un'idea ce l'ho. E anche abbastanza chiara. E' che sono un matematico, e fare 2+2 non è una delle cose che mi riescono peggio. Seconda domanda quindi. Come è alfin giunto qui? Mmmmh anche fare 3+3 non è difficile. Non che non mi faccia piacere, ma se è come penso c'è qualcosa che non mi piace tanto nel comportamento di qualcuno. Oh poi è possibile la seconda opzione, tipo il giro lungo... Bah che me ne preoccupo a fare? Boh. Quello che è importante è una cosa sola: meno persone possibili devono sapere di questo blog, e non attraverso mezzo se non sotto il mio esplicito consenso. Questo è il patto che ho fatto con tutte le persone a cui ho passato l'indirizzo. Che sono persone fidate. Almeno penso.

Nelle foto: a quale Holmes somiglio di più? ... E tu che ne sai? :D

P.

Non sto scrivendo, tecnicamente

Caro amore
i fiori dell'altr'anno
caro amore
sono sfioriti e mai più
rifioriranno
e nei giardini ad ogni inverno
ben più tristi sono le foglie.

P.


giovedì 13 settembre 2007

Non ho voglia di scrivere in questo periodo

Scusate, tornerò tra un po'.

P.

lunedì 10 settembre 2007

I did all my best

E' terribile sapere ormai con certezza che non è servito assolutamente a niente. Alla faccia dell' impegnarsi e del fare tutto il possibile, The best you can is good enough. Col cazzo che è good enough. A che è servito fare quello che non si era mai fatto, quello che fino a pochi mesi fa pensavo di non essere neanche capace di fare. A niente. A prenderlo nel culo più forte, e anche con la sabbia. A che serve sforzarsi se poi i risultati sono questi. Che soddisfazione è dirsi ho fatto del mio meglio. Non è servito a niente il mio meglio. A nulla. A stare male. Basta vittorie morali. Non mi interessa se qualcuno pensa che la cazzata l'ha fatta lei. Non mi interessa se tutti dicono è così, succede, può accadere che non scocchi la scintilla. Non mi riesco a dare pace. Avrei dovuto fare di più. Avrei dovuto fare meglio quello che ho fatto. Troppi errori, troppe disattenzioni, troppo, troppo inadatto. E poi tutta la vita è così. Più ti sforzi, meno ottieni. Si continua a pensare a quello che non si è fatto. E anche a quello che si è fatto. Sto male se penso. Se penso che devo ricominciare tutto da capo, se penso che devo rifare tutto, che tutto quello che ho fatto lo posso buttare nel cesso. Non ce la posso fare a ricominciare, con qualcun'altro. Vedo buio, non vedo neanche una luce flebile. Che colpo che è questo alla mia autostima, già bassa di suo. Non ce la posso fare...

P.

Kika

Ok ci provo a fare finta che non sia successo nulla. Kika è la protagonista non di un film porno, ma di un fumetto bellissimo. Un fumetto embeddato in Lupo Alberto, che ormai prendo solo per leggere Kika. Il Lupo era bellissimo, lo amavo tanto un po' di tempo fa. Ormai ha fatto il suo tempo purtroppo. Non hanno più idee temo. Hanno già affrontato ogni tema, e poi i disegni sono troppo pesanti. Rivoglio questo Lupo


quello che si innamora di Alianorah (scusate l'immagine schifosa, ma è l'unica che c'è sulla rete) e anche dell'aliena, per cui UFO diventa acronimo non di Unidentifai flain objett, come dice Enrico sbronzo, ma di Unforgettable flying objects, come commenta piangendo il nostro. Non si offenderà il grande Cavezzali se posto un'immagine del fumetto:

E' un fumetto bellissimo, surreale (la cozza che fa alla mamma: cosa sono io, un' ostrica o una cappasanta? E poi è afflitta perché la mamma poteva avere più tatto e non dirle della "cozza"). Poi c'è Kika col ragazzo, sono la cosa più innocente che si possa immaginare. Che bel fumetto...

P.

Lieto fine?

Certe persone – e io sono di quelle – odiano il lieto fine. Ci sentiamo frodati. Il dolore è la norma. (Vladimir Nabokov)


P.


domenica 9 settembre 2007

Quando mi arrabbierò?

Gli uomini quando sono tristi si limitano a piangere sulla propria situazione. Quando si arrabbiano, allora si danno da fare per cambiare le cose. (Malcolm X)


P.


2. Andante

Prima parte


Seconda parte


:'-(

P.

It's too late now

E' tardi. Volevo sbronzarmi stasera, ma poi il mio senso di responsabilità ha avuto la meglio. E non c'era nessuno che mi portasse a casa. Sono uno straccio, mi spiace, per i prossimi 2 mesi niente post allegri. Come faccio domani (cioè oggi) a studiare? Come? Saluti.

P.

sabato 8 settembre 2007

Finita davvero?


Forse sì. Mi sa. Purtroppo? Sto male.

P.

venerdì 7 settembre 2007

Sono ancora follemente innamorato, sob

If a fiddler played you a song, my love
And if I gave you a wheel
Would you spin for my heart and loneliness
Would you spin for my love

If I gave up all of my pride for you
And only loved you for now
Would you hide my fears and never say
"Tomorrow I must go"

Everywhere there's rain my love
Everywhere there's fear

If you tell me a lie I'll cry for you
Tell me of sin and I'll laugh
If you tell me of all the pain you've had
I'll never smile again

Everywhere there's rain, my love
Everywhere there's fear

I can plainly see that our parts have changed
Our sands are shifting around
Need I beg to you for one more day
To find our lonely love

Everywhere there's rain, my love
Everywhere there's fear

Staziante. Come l'amarLa inutilmente.

P.

Non ho tanto tempo, né tanta voglia

Tanto tempo in questo periodo. Tanta voglia questa sera. Di fare cosa? Di scrivere qualcosa qui su. Oggi ho studiato e ho passato un paio di ore con un'amica. Domani il paio di ore le investirò nella ghisa. Quelle di oggi mi sono servite. Anche per sentirmi dire per l'n-esima volta che non bisogna cercarla, e che arriverà quando meno me l'aspetto. Solo che io sono convinto che sia già arrivata. Magari mi sbaglio, eh... La mia amica dice di no, cioè no nel senso che dovrei lasciare lì con questo tira-e-molla. Facile a dirsi, come sempre e tutto. Boh. Stasera vado a letto presto: sono proprio l'antitesi del tipico ragazzo della mia età: esco tutti i giorni meno il venerdì, e il venerdì vado a letto alle 10.30. Il mondo è bello perché è vario.

P.

giovedì 6 settembre 2007

Nessun dorma!



Scusate se metto un vidz, però vabbé, ci sta oggi. E poi è d'obbligo oggi parlare di Big Luciano. Sì perché tra oggi e domani si spenderanno fiumi di parole e d'inchiostro, la maggior parte a sproposito, da parte di persone che non ne capiscono niente, che non l'hanno mai ascoltato se non coi suoi amici. E allora, se lo fanno tutti, perché non lo posso fare anche io (come dicevano i Cramberries)? Pavarotti se ne è andato stamattina. Quello al pancreas è terribile, lascia poche speranze. A pochi giorni dal primo anniversario di Facchetti, che, mea culpa, non ho neanche ricordato. Una volta l'avevo visto, 7-8 anni fa. Ero al torneo ippico che lui organizzava, con la squadra di pallavolo, in un torneo accessorio. E l'ho visto alla premiazione dei cavalieri. Era grosso come un cavallo :). Aveva una palandrana, una specie di tunica, me lo ricordo. Non l'ho altrove visto. Non sono appassionato di lirica. Mio nonno (ciao nonno...) diceva che era stato un grande tenore quando era giovane (si parla di sixties and seventies, il video è degli eighties, ma non potevo postare Il ballo in maschera...), ma ora si era svenduto. E dire non era ancora tempo di Pavarotti&Friends. Mio nonno se ne capiva, davvero. Chissà cosa avrebbe detto se l'avesse visto cantare con Jovanotti, le Spice Girls, DJ Francesco e compagnia gracchiante. Magari si era reso conto che la voce non lo reggeva più. E almeno ha deciso di fare del bene. I puristi hanno storto il naso. Tanta gente ha trovato un argomento su cui speculare e fare commenti fuori luogo, oggi e domani. Spero solo che non ci affibbino Vespa. Per favore. Ho letto qualche mese fa una sua intervista sul Carlino. Era veramente molto bella. Parlava di quando aveva incontrato Gigli (lui sì, forse, il più grande di tutti) e di come aveva affrontato la malattia. Diceva che tutto sommato lui era stato fortunato, che nella sua vita, tra fortune e sfortune, la bilancia pendeva decisamente dalla parte delle prime. Sembrava avesse accettato la cosa serenamente. Lo spero per lui. Scusate, ma ci vuole la frase ad effetto per concludere. Presa da qui.

Penso che una vita per la musica sia una vita spesa bene ed è a questo che mi sono dedicato.

P.

mercoledì 5 settembre 2007

I feel guilty

Mi sento in colpa perché tra una cosa e un'altra oggi non ho studiato un cavolo di niente. Zero proprio, e poi se penso che i miei compagni di corso (e uno in particolare) sono avantisssssimo, sto male. Tanto male che stasera tornerò alla festa dell'Unità a farmi un bombolazzo. Pazienza se ci andrò con la persona più sfigata di Reggio, ma poi alla fine nessuno è normale, però lui qualche problemino ce l'ha. Tanto che quando ho detto a mia sorella che uscivo con lui (a vedere i fuochi d'artificio! Che solo a dirla questa cosa si è già busoni, e non Busoni (magari! Sapete chi è/era Busoni Ferruccio?). La cosa che però mi preoccupa di più è che so già che ci sarà un numero di coppiette approssimabile per difetto col numero di Skewes e io, che ultimamente sento la solitudine come una Pietra di Bismantova sul cuore, come anche testimoniato dall'ultimo post, non so come ce la potrò fare. Probabilmente assopirò il mio cervello magari con 2 bombolazzi, uno alla crema e uno alla nutella) prima non voleva crederci, poi ha detto "Ma no, noooo..." e infine ha cercato con tutte le sue forze di dissuadermi ad uscirci, senza però mai nominare esplicitamente la parola sfigato, forse per non ferirmi. Come se non sapessi di esserlo, anzi, di essere uno sfigato di prima categoria. Bah. Solita storia, non vi tedio, almeno stasera.

Nella foto: Stephanie Skewes, che non c'entra un cazzo col matematico, però mi sembra proprio una discreta fagiana.

P.

Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.

(S. Quasimodo)

P.

martedì 4 settembre 2007

Non sono odiato, penso

Vado alla Divina. Anzi no, il compagno di bevute non vuole andarci. Chissà perché. Comunque vado a bere qualcosa, oggi ho studiato, me lo merito. Niente ghisa, non ne avevo voglia, c'era troppo freddo stamattina. Questa è dedicata a una persona che tanto sicuramente non capirà.

Il peggiore peccato contro i nostri simili non è l'odio ma l'indifferenza: questa è l'essenza dell'inumanità. (G. B. Shaw)

P.


Perle in chat

(22.49) P.: Venerdì sono andato alla Divina
(22,50) P.: c'era la cameriera...
(22.50) XXX: ancora pensi a lei?
(22.50) P.: mmmh
(22.50) P.: da lei non ho ancora preso un due...
(22.50) P.: :D
(22.51) XXX: ma ci hai mai provato?
(22.51) P.: no
(22.51) P.: appunto
(22.51) P.: :D :D
(22.51) XXX: e cosa aspetti? Di trovartela davanti casa che ti chieda di sposarla?

P.

lunedì 3 settembre 2007

Ode alla Libertà

Ho dimenticato una cosa il post scorso. Un altro mio grande sogno, oltre la gara di schiacciate, è quello di dirigere la Nona di Beethoven. Con un'orchestra tipo quella qui. E' la prima parte dell'ultimo movimento. Qui, qui, qui il resto. Cioè mi sa che non è un'orchestra, ma due o tre messe insieme. A parte questo. Ci sono espressioni del genio dell'uomo che acquistano un valore estrinseco, oltre al loro indubbio valore intrinseco. Ad esempio, l'uomo vitruviamo di Leonardo, mirabile summa di tutto il pensiero umanistico rinascimentale. Oppure l'Ode alla Gioia di Beethoven, e qui sono diversi i livelli: dal fatto che è una bella musichetta per le suonerie dei telefonini al valore dell'utilizzo delle forme (il coro!), dal fatto che Beethoven ingloba un poema (in una sinfonia!) di Schiller al significato di quel poema, un inno alla fratellanza e alla pace universale (e per questo scelto come Inno europeo dal Consiglio d'Europa). Beethoven compose la sua ultima sinfonia nel 1824, circa 12 anni dopo la sua ultima uscita sinfonica (la Settima e l'Ottava, circa contemporanee, sono del 1811-1812). E' interessante il perché, ma non mi dilungo perché ora m'interessa un'altra cosa. M'interessa che con l'interpretazione di cui sopra, Bernstein (uno dei più grandi direttori di sempre, e, orrore!, non di nascita/formazione europea, ma americano!) vuole aggiungere un ulteriore significato a quest'opera. L'esecuzione è infatti stata registrata il giorno di Natale, 25 Dicembre 1989, a Berlino. Il muro era ufficialmente caduto il 9 Novembre. Non sono due o tre orchestre messe insieme, ma è un'orchestra composta da musicisti provenienti da entrambe le sponde della cortina di ferro. E c'è una piccola modifica, piccola ma fondamentale.
Beethoven/Schiller scrissero:

Freude, schöner Götterfunken
Tochter aus Elysium
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!

cioè:

Gioia! Bella scintilla degli dèi
Figlia dell'Eliso,
siate uniti, esseri, a milioni!
che un solo abbraccio allacci l'universo!

Il coro (notate anche i bambini, non in partitura?) canta:

Freiheit, schöner Götterfunken
Tochter aus Elysium
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!

Freiheit significa Libertà. (piccola nota storica: non è un'arbitraria modifica. Inizialmente Schiller aveva scritto An die Freheit, ma era stato costretto a cambiarla in Freude a causa della situazione politica non proprio facile: restaurazione... Questa informazione ve la do all'80% comunque). Non so voi, ma a me, pensando al background, ogni volta che la sento mi vengono i brividi, davvero. E poi nel secondo video, minuto 7:40 circa, cazzo, è il momento più famoso (giustamente?) della storia della musica! E questo sempre (o meglio, anche) per quel significato estrinseco di fratellanza di cui parlavo prima (e anche perché è musica che prende davvero, in fondo). Per questo il direttore affermò riguardo la modifica testuale: Sono sicuro che Beethoven ci avrebbe dato la sua benedizione. E poi, grandissimo Lenny, che canta col coro, che saltella sul podio, che balla, che dirige nel frattempo, che si immerge nella musica, che anche si commuove alla fine. E poi il pubblico che prima di lasciare partire un applauso infinito è un attimo sconvolto, nessuno vuole rompere quel silenzio finale, nessuno vuole affermare: ok la musica è finita. Perché quella musica è l'espressione di quanto è grande l'uomo, sia l'uomo Beethoven che si appella (leopardianamente!) alla fratellanza, sia l'uomo generico che ascolta il messaggio e fa crollare il muro. E chissenefrega degli interessi politici ed economici che ci sono dietro alla caduta. E' sempre e comunque un'unificazione, una barriera che, dopo 38 anni, cade. E la gente se ne accorge, sa che è appena accaduto qualcosa che passerà alla Storia, con la S maiuscola. Non riesco neanche ad immaginare che emozione essere lì, in quella sala. Io che ad ascoltare una Settima bella quanto volete, ma al Valli, suonata da un'orchestra di professionisti, finita lì, sembrava che fossi con Lei da tanto mi batteva il cuore. Beethoven è immenso in questo, soprattutto l'ultimo Beethoven, nel condensare l'assoluto delle emozioni umane in 7 (anzi 13) note (vedi, anzi ascolta, la Canzona o la Cavatina). E la storia, per mezzo di Lenny o di chi volete voi della DG, ci dà una nuova lettura di queste emozioni condensate nella Nona Sinfonia.

La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia. (L. v. Beethoven)


P.


domenica 2 settembre 2007

Sono stufo

Oggi non ho neanche fatto tanto in montagna, ho dato un po' d'acqua agli iris, un po' alle piante da frutto e basta. Siamo andati a mangiare al ristorante, tortelli e arrosto, più buono che le ultime volte. Poi sono tornato a casa, dove ho trovato la gradita sorpresa del moroso di mia sorella che ha cenato, prima volta, con noi. Ok, niente cena davanti il pc. Vabbé. Porterò anche io prima o poi qualcuna a cena coi miei? E' un sogno, come quelli che giocano a calcio sognano San Siro. Davvero. Ho dei sogni strani io. Quello nel cassetto è vincere una gara di schiacciate in NBA. Giuro. Un altro l'ho appena soddisfatto, il coda. Mi rimane l'ultimo, tra quelli che ho da un po' di tempo. Poi c'è sempre tempo per farsene dei nuovi, tipo la Ferrari. Sono strano io. Cioè probabilmente (ok, per un po' non sarò modesto, ma la dico come la penso davvero) per tante cose dimostro più della mia età. O se non la dimostro, almeno per tante cose ho più di 22 anni. Che tra l'altro cosa poi valgono 22 anni con tutta la feccia che c'è in giro oggi. Tra l'altro spesso (ma non sempre!) sto meglio con persone più grandi di me, rispetto ai pari età. Li trovo irritanti, a discutere sempre di cazzate non si va da nessuna parte, boh è una sensazione. Ma per alcune cose sono ancora un adolescente, se non un bambino. Per esempio sono permaloso. Per esempio il mio ultimo sogno. Probabilmente è un sogno che al giorno d'oggi fanno i/le 12enni-13enni, non di più. Eppure lo faccio a 22 anni, quasi 23. Colpa mia se sono tardo? Sono tardo. E ancora innamorato, dannazione.

P.

sabato 1 settembre 2007

Baaad night

E' un po' che questo blog lo faccio marciare sui dualismi, Good/bad night, Una serata a casa/alla divina ecc... E' che noi italiani non ne sappiamo fare a meno forse, tipo Coppi/Bartali, Prost/Senna (questo internazionale), Mazzola/Rivera, Cornovaglia/Canalis, Selen/Moana e così via... No è che stasera non è una gran serata. E non perché sono solo, perché anche chi potrebbe non mi fila neanche di striscio e chissà perché poi, perché potevo uscire con amici e loro morose ma ho preferito passare la serata davanti il pc (e secondo me ho fatto bene...), perché mi sento fottutamente solo come un cane al centro del continente Antartico, perché mi sento così anche quando sono in mezzo ad amici a mangiare un bombolone che andrà pagato con tanta ghisa in più, perché tanto so che anche se va bene con Lei (mooolto improbabile, temo...) o con qualcun'altra che non amo però va bene per non stare solo o con qualcun'altra a cui forse un giorno vorrò bene e mi procurerà tachicardia come lei, dicevo anche se va bene temo che continuerò a stare così da schifo lo stesso e sarà un peccato nel primo e nel terzo caso perché non mi potrò godere una cosa bella, la più bella che mi sarà/ebbe/ebbe stata (non so che tempo mettere: vorrei mettere condizionale al futuro, ma temo non esista) capitata since 14 January 1985, data in cui non è successo niente a parte che sono nato io e che c'era un freddo porco, storico, da annali. Cazzo, siamo già in settembre, fra poco compio gli anni. 23 anni. Cavolo come sono già grande. Cavolo ormai non sono più un ragazzo. A 23 anni bisognerebbe iniziare a mettere la testa a posto, basta ragazzate. Io a 23 anni sarò, come a 22, 21, 20, 19 ecc ecc, lonely e destinato a un eterno zitellaggio. A qualcuno ho promesso che se arrivo così a 30 anni e non guadagno un sacco di soldi, potrei anche darci un taglio. Mah. Ma io ho gusti così difficili, come mi dicono in tanti? Cioè è avere gusti difficili pretendere che la persona a cui ci si affida ecc ecc non ho voglia stasera di parlare di amore che poi mi deprimo ulteriormente non sia la prima che capita? L' avevo già detto che True love waits, e io non voglio un Fake plastic love, per rimanere in ambito Radiohead. Cioè a questo punto, come dicono i Gemboy, figurati se qualcosina non pilucco... Macchemenefrega. E poi non so neanche io cosa voglio. Voglio non stare così. Voglio Lei, perché forse se sto con Lei, smetto di stare così. Qualcuno dice. Io non ne sono così convinto, purtroppo, e questo mi spaventa. Perché allora non so davvero come saltarci fuori. Si fa presto a dire che il tempo sistema le cose, ma si fa un po' meno presto a convincersi che sia così (cit.). Ho sonno. Vado a letto, mi sa. Se mi cercano per andare alla Festa dell' Unità, dite che trovando il cellulino spento penseranno che sono andato a letto? Tanto ormai sono le undici...

P.S. buahahah sapevo cos'era il bootstrapping in Lastfm anche senza consultare le FAQ!

P.

Good night

Devo dire che ieri sera me la sono goduta. Prima siamo andati a fare un giro in centro con birra. Cioè poi birra solo io, perché il mio amico, bevutane un sorso, ha picchiato contro il bicchiere, rovesciandolo e rompendolo. Meno male che anche io ne avevo bevuta poca, così da avere i riflessi ancora abbastanza lucidi per scansarmi dal fiumiciattolo di Paulaner che è caduta per terra. Che spreco. Potevo buttarci sotto la faccia e berla a mò cane... Niente, chiama la cameriera che porta uno straccio e pulisce. Finisco la mia e schiodiamo. Andiamo alla festa dell'Unità, nonostante il rischio 2000-coppiette-che-mi-buttano-giù-come-uno-straccio. Rischio che puntualmente si è trasformato in una realtà, e meno male che allo stand dei bomboloni ne abbiamo presi un paio caldi con la crema buonissima, veramente una cosa che per il 2 minuti in cui li mangi e i 5 minuti successivi ti fanno tornare in pace col mondo intero. Poi abbiamo scaricato l'àncora che voleva andare a casa e tanto per cambiare siamo andati alla Divina, dove, gradita sorpresa, c'era la cameriera a me preferita. Buono, ci ha anche serviti lei. Nel mezzo, un viaggio di ritorno dalla festa senza radio e noi che rimediamo cantando stonatissimi gli 883 e il Liga. Dai va bene così.

P.