lunedì 28 maggio 2007

Canto delle donne al poeta

Nessuno sa cosa significhi questa per me, anzi forse uno lo sa, ma non importa. Mi piace essere un po' misterioso. Allora usiamo come scusa che è bellissima, che Rilke è un dio, mentre so benissimo che è solo perché me questa significa tantissimo, e che forse è meglio che scriva tanti altri post da 16enne in modo da non vederla più.

Canto delle donne al poeta.

Siamo come ogni cosa che si schiude,
e nient’altro che questa beatitudine.
Ciò che era sangue e buio in una belva
crebbe in noi per farsi anima e si tende

ancora a te, fatta anima, e ti chiama.
Tu, certo, la ricevi nel tuo viso
come un paesaggio, mite e senza brama.
Perciò crediamo non sia tu cui mira

il nostro grido. Eppure, in chi vorremmo
se non in te, perderci senza fine?
In chi, più che in te, cresce il nostro essere?

L’infinito con noi passa e si perde.
Sii tu la bocca che ce lo fa udire,
tu sii: tu che di noi dici l’essenza.

R. M. Rilke

Che splendore.

P.


Nessun commento: