Canto delle donne al poeta.
Siamo come ogni cosa che si schiude,
e nient’altro che questa beatitudine.
Ciò che era sangue e buio in una belva
crebbe in noi per farsi anima e si tende
ancora a te, fatta anima, e ti chiama.
Tu, certo, la ricevi nel tuo viso
come un paesaggio, mite e senza brama.
Perciò crediamo non sia tu cui mira
il nostro grido. Eppure, in chi vorremmo
se non in te, perderci senza fine?
In chi, più che in te, cresce il nostro essere?
L’infinito con noi passa e si perde.
Sii tu la bocca che ce lo fa udire,
tu sii: tu che di noi dici l’essenza.
R. M. Rilke
Siamo come ogni cosa che si schiude,
e nient’altro che questa beatitudine.
Ciò che era sangue e buio in una belva
crebbe in noi per farsi anima e si tende
ancora a te, fatta anima, e ti chiama.
Tu, certo, la ricevi nel tuo viso
come un paesaggio, mite e senza brama.
Perciò crediamo non sia tu cui mira
il nostro grido. Eppure, in chi vorremmo
se non in te, perderci senza fine?
In chi, più che in te, cresce il nostro essere?
L’infinito con noi passa e si perde.
Sii tu la bocca che ce lo fa udire,
tu sii: tu che di noi dici l’essenza.
R. M. Rilke
Che splendore.
P.
P.
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