martedì 23 ottobre 2007

Nella mia ora di felicità?

Non so, questi versi mi mettono i brividi ogni volta che li sento. So che Lui ha scritto migliaia di cose migliori, però questi mi piacciono tantissimo. Tutte le volte me l'immagino lui che la vede, e lei che cerca di farsi forza, di spiegarsi, di convincersi, e lui che immagina (e sa) che lei si è accorta del suo cambiamento, che però non ha toccato i sentimenti verso lei. Raccontato così, con poche parole. Brividi.

Tante le grinte, le ghigne, i musi,
poche le facce, tra loro lei,
si sta chiedendo tutto in un giorno
si suggerisce, ci giurerei
quel che dirà di me alla gente
quel che dirà ve lo dico io
da un po' di tempo era un po' cambiato
ma non nel dirmi amore mio.

Passando ad argomenti meno seri: quale ora di felicità? Quella che ho passato in biblioteca a medicina oggi? Può essere, ma mi aspetto di meglio. La mia ora di felicità è quella che deve ancora arrivare oppure, a scelta, una qualsiasi di quelle che ho passato con lei. Preferisco la prima scelta comunque. Sto da schifo normale oggi. E sono come al solito confuso, ovviamente non ho la minima idea di cosa fare. Probabilmente parlare, penso. E comunque le Suite per violoncello di Bach quando si è confusi danno una mano, sono come una tripla camomilla. Luv Bach.

P.

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