lunedì 29 ottobre 2007

Puntualizzazione numero uno

Un paio poco importanti, una importante. Non è ancora tempo di Tenco. No no. Ho retto 5 minuti ieri sera, il tempo di ascoltare un paio di volte Vedrai, vedrai. E non solo per il testo e l'interpretazione, ma soprattutto per quello a cui lego questa canzone. Bon. Due: il taglio va meglio, infatti scrivo qualcosa, vediamo come va stasera a giocare. Tre: ma perché non mi sono mai portato dietro una bottiglia di Long island (...) quando sono uscito con lei? Perché? Perché... La voglio ora una bottiglia di Long... Quattro: sto così, probabilmente, per due cose. La prima è per il rimpianto di non aver mai portato dietro quella bottiglia, e dire che il progetto l'avevo anche pensato. Due, probabilmente, il fatto che io non capisca come si comporta. O meglio: che lo capisca troppo bene, poiché è esattamente come mi comporto io con lei. Cinque, la più importante. Io ci ho pensato anche oggi. Io voglio essere completamente estraneo da quella logica che fa dire a un mio amico: allora, non è ora che inizi a uscire con qualcun'altro ormai? E un altro: puoi cancellarlo il suo numero di telefono, tanto ti occupa solo memoria sul telefono, d'ora in poi. No. No. No. Io non esco solo per uscire con una, non sto con una solo per stare con una. L'ho già detto diverse volte, ma lo ripeto, giusto per puntualizzare e farvi leggere qualcosa. No. Non l'accetto questa logica da supermercato, prendi il prodotto, poi una volta visto che non va bene subito a comprarne un altro. Questo schifoso consumismo che ha infettato anche le relazioni sociali. Può essere ok avere diversi livelli di conoscenza, l'amico per uscire e fare il coglione è diverso dall'amico cui confidare i problemi perché ti capisce meglio di altri. Ma non va bene prendere una persona e usarla solo per quello che ti serve, come non va bene stare con una persona finché ti manda una certa quantità di endorfine in circolo, o peggio, stare adosso a una persona finché non ti dice: per me sei solo un amico. Perché dopo lo so che sembra che uno si interessi non perché interessa la persona effettivamente, ma perché ha una sola mira (e tutti sappiamo benissimo quale) e una volta visto che è un'utopia, via e avanti la prossima. E via così. Non voglio che pensi questo di me, non lo voglio. Però, c'è un però: bisogna difendersi. Fa male sentire in continuazione una persona che si cerca di dimenticare, così come fa male vederla tutti i giorni. Fa male sentirla ridere come una sciocca, perché sai che una volta l'hai fatta ridere tu così, e ora hai addirittura paura a parlarle perché sai che se le parli non sarà che scocciata, forse proprio perché pensa che tu sia uno di quelli del mordi e fuggi, e se non mordi, fuggi lo stesso. Ci siamo capiti (picchiando sulla lavagna con le nocche). Allora io se dico mi trovo una medica lo dico perché d'altra parte mi rendo conto che non si può vivere tutta la vita nel passato, rimpiangendo quello che non si è fatto. Bisogna continuare a giocare, volenti o nolenti. Se no ci si lascia morire, e non possiamo permettercelo. La vita è il dono più prezioso, in quanto è anche l'unico: non si può buttarla via, per nessuno, per niente, se non per una (?) cosa: per la vita di un altro, meglio se quella di un figlio. Perché evolutivamente è una scelta vincente, come diceva House. Non divaghiamo, però. Dicevo: se non altro, mettiamola così. Se sto in casa tutto il giorno, la probabilità è zero. Se esco tanto lo so che è lo stesso vero, ma almeno: 1 - per quei minuti non le penso; 2 - almeno ci ho provato, e la coscienza è a posto. Bof. Sono più giù che quando ho iniziato a scrivere queste due cazzate. Mi succede spesso. Come al solito non so darci un taglio col passato, e quello che ho appena scritto lo testimonia. Continuo in fondo in fondo a dirmi che ho un lumicino di speranza, perché non riesco a mandarlo giù che non abbia trovato nulla, niente, nulla, proprio niente in me. Niente. Nessuno trova niente in me. A parte un fenomeno da baraccone che fa i calcoli complicati a mente e armeggia con simboli strani. Ecco che riparte lo sbattimento. Argh, argh, argh. Devo combattere. Non ce la faccio. Speriamo che arrivino presto le 21.15 così parto per giocare, e almeno penso per un po' a quanto faccio schifo solo a ricevere, e non a quanto faccio schifo nel resto.

P.

2 commenti:

RadomE ha detto...

Certo non è facile dimenticare una persona se la si vede tutti i giorni. Magari non ci stai pensando e sei immerso nei fatti tuoi e poi ti appare anche solo per due secondi giusto per ricordarti quanto ti faccia battere il cuore. E' come una ferita alla quale continua a staccarsi la crosta, non guarisce mai. Il brutto è che non puoi farci assolutamente niente se non cercare di non incrociarla. Condivido in pieno il tuo parere sulle relazioni usa e getta però allo stesso tempo conoscere un po' di gente ed uscire non fà mica male! Buttati, cos'hai da perdere? Fai qualcosa che di solito non faresti, se vedi una tipa carina falle un complimento senza aspettarti nulla in cambio, prendi su un tuo amico ed andate a fare la cosa più idiota che vi viene in mente. Oppure fai qualcosa che hai sempre desiderato fare ma non hai mai avuto il tempo o il coraggio di provare. In sostanza, vivi esperienze nuove! Ogni momento della vita è importante, non ti sembra ora di smettere di vivere di rimpianti?

P. ha detto...

Non sono capace di fare i complimenti. Non sono capace di fare le cose stupide o idiote. Non sono capace di fare cose che non ho fatto, giusto perché se non le ho fatte è perché non sono capace di farle. Però stasera ho ricevuto anche abbastanza bene. E abbiamo perso 3-0.