giovedì 7 giugno 2007

Mi prese del costei piacer sì forte...

Voglio scrivere qualcosa prima di andare a letto. Ho studiato un po' fino adesso. Ora scrivo il terzo post di oggi (sic!) e poi vado a dormire. Domani mi aspettano fisioterapia, conservatorio e la cantante scassaballe. Domani sera mi sa che mi aspetta il mio Blog. Mi chiedo: perché sto così? Sono la persona più fortunata del mondo. Ho una famiglia che mi vuole bene, sono tutto sommato benestante, ho un talento che mi invidiano in tanti (quello per la matematica) e un altro un po' più poverello (quello per la musica), ho alcuni amici splendidi, ho un sacco di gente che dicono mi apprezzi (anche se io non ci credo molto...), sono fisicamente integro. E allora perché sto così, e non giro tutto il giorno con un sorriso a 2^5 denti stampato sulla faccia? Non lo so. Perché ho tanta, troppa gente che mi stima mi apprezza mi considera un genio e/o un imbecille, ma non ho nessuno che mi vuole bene, a parte la familia. Ma quell'affetto lo tendo a considerare normale, scontato, anche se so benissimo che non è così. E che anche questa è una mia fortuna. Però vorrei tanto qualcuno per cui essere la persona più importante del mondo, ma senza essere suo figlio... Vorrei qualcuno che mi pensasse ogni tanto, così, random, e che mi scrivesse un messaggio solo per sentirmi, o per dirmi ti amo. Mi accontento anche di un ti voglio bene. Anche solo tu per me sei qualcuno. Anche solo di un tu sei per me. Viviamo negli altri, nei pensieri e negli affetti degli altri, quando moriremo vivremo solo nel ricordo di chi ci ha voluto bene, perché noi non siamo nessuno, non siamo scienziati, artisti, musicisti, pensatori, che si rendono eterni con le loro opere e lasciano in esse pezzi di loro. Cosa possiamo lasciare noi? Un ricordo, un momento speciale, magari un abbraccio o un bacio negli altri. E una parte di noi nei nostri figli. Ma questo è un altro discorso. E' un po' come in matematica. Poco t'interessano cosa sono gli oggetti che tratti, cosa è un insieme, un numero. Ti interessa come si comportano, come reagiscono se provi a modificarli, a farli inteagire. Poco m'importa cosa è l'uomo. E' un animale, penso. Tremendamente imperfetto, che cerca a tutti i costi di ergersi sopra il male, come dice House, ma che ha il grandissimo svantaggio evolutivo del poter pensare. Sia per una ragione pratica, perché lo stiamo distruggendo questo bel mondo, sia per una ragione filosofica. Perché pensare al significato del tutto è troppo rischioso. O sfugge alle nostre menti forse ancora troppo deboli, o forse, come la penso io, perché il tutto non ha senso. C'è e basta. Noi ci chiediamo se ha un senso solo perché ci siamo con esso. Se non ci fossimo, non ce lo chiederemmo. Probabilmente è solo un caso se siamo qui, se esiste l'evoluzione, se abbiamo vinto i mondiali e l'inter lo scudo, e tutto il resto. Chiusa partentesi. Poco m'importa cosa è l'uomo, dicevo. Ora mi interessa come può relazionarsi con gli altri e tutto ciò che ne consegue. E perché io non riesco a relazionarmi con gli altri. Sono socialmente un totale incapace. Sono solo capace di guardare per terra. E non sono capace di cogliere niente del bello che c'è intorno a tutti noi. A parte del bello musicale, ma per quello bastano le orecchie. Evoluzionisticamente sono destinato all'estinzione. Meno male che alla società umana l'evoluzione fa un baffo... E sono triste perché in fondo so che la persona di cui sono ancora innamorato perso non potra mai darmi ciò che cerco. Perché a lei non interessa niente di me (e quante volte l'ho scritta questa?). Perché non è vero che Amor, ch'a nullo amato amar perdona (forse avrei dovevo innamorarmi di una Francesca. Forse non ha funzionato per il nome.). Perché sono stato un completo imbecille, ho avuto un comportamento patetico e totalmente sbagliato con lei. E nonostante ciò non riesco neanche a impormi di scordarla. Avevo postato Karma Police ma non c'azzecca un'acca, allora metto un omaggio al Dante:

«O animal grazïoso e benigno
che visitando vai per l'aere perso
noi che tignemmo il mondo di sanguigno,
se fosse amico il re de l'universo
noi pregheremmo lui de la tua pace,
poi c'hai pietà del nostro mal perverso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
mentre che 'l vento, come fa, ci tace.
Siede la terra dove nata fui
su la marina dove 'l Po discende
per aver pace co' seguaci sui.
Amor ch'al cor gentil ratto s'apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fur porte.

Non me la ricordavo così bella.

P.


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