lunedì 3 settembre 2007

Ode alla Libertà

Ho dimenticato una cosa il post scorso. Un altro mio grande sogno, oltre la gara di schiacciate, è quello di dirigere la Nona di Beethoven. Con un'orchestra tipo quella qui. E' la prima parte dell'ultimo movimento. Qui, qui, qui il resto. Cioè mi sa che non è un'orchestra, ma due o tre messe insieme. A parte questo. Ci sono espressioni del genio dell'uomo che acquistano un valore estrinseco, oltre al loro indubbio valore intrinseco. Ad esempio, l'uomo vitruviamo di Leonardo, mirabile summa di tutto il pensiero umanistico rinascimentale. Oppure l'Ode alla Gioia di Beethoven, e qui sono diversi i livelli: dal fatto che è una bella musichetta per le suonerie dei telefonini al valore dell'utilizzo delle forme (il coro!), dal fatto che Beethoven ingloba un poema (in una sinfonia!) di Schiller al significato di quel poema, un inno alla fratellanza e alla pace universale (e per questo scelto come Inno europeo dal Consiglio d'Europa). Beethoven compose la sua ultima sinfonia nel 1824, circa 12 anni dopo la sua ultima uscita sinfonica (la Settima e l'Ottava, circa contemporanee, sono del 1811-1812). E' interessante il perché, ma non mi dilungo perché ora m'interessa un'altra cosa. M'interessa che con l'interpretazione di cui sopra, Bernstein (uno dei più grandi direttori di sempre, e, orrore!, non di nascita/formazione europea, ma americano!) vuole aggiungere un ulteriore significato a quest'opera. L'esecuzione è infatti stata registrata il giorno di Natale, 25 Dicembre 1989, a Berlino. Il muro era ufficialmente caduto il 9 Novembre. Non sono due o tre orchestre messe insieme, ma è un'orchestra composta da musicisti provenienti da entrambe le sponde della cortina di ferro. E c'è una piccola modifica, piccola ma fondamentale.
Beethoven/Schiller scrissero:

Freude, schöner Götterfunken
Tochter aus Elysium
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!

cioè:

Gioia! Bella scintilla degli dèi
Figlia dell'Eliso,
siate uniti, esseri, a milioni!
che un solo abbraccio allacci l'universo!

Il coro (notate anche i bambini, non in partitura?) canta:

Freiheit, schöner Götterfunken
Tochter aus Elysium
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!

Freiheit significa Libertà. (piccola nota storica: non è un'arbitraria modifica. Inizialmente Schiller aveva scritto An die Freheit, ma era stato costretto a cambiarla in Freude a causa della situazione politica non proprio facile: restaurazione... Questa informazione ve la do all'80% comunque). Non so voi, ma a me, pensando al background, ogni volta che la sento mi vengono i brividi, davvero. E poi nel secondo video, minuto 7:40 circa, cazzo, è il momento più famoso (giustamente?) della storia della musica! E questo sempre (o meglio, anche) per quel significato estrinseco di fratellanza di cui parlavo prima (e anche perché è musica che prende davvero, in fondo). Per questo il direttore affermò riguardo la modifica testuale: Sono sicuro che Beethoven ci avrebbe dato la sua benedizione. E poi, grandissimo Lenny, che canta col coro, che saltella sul podio, che balla, che dirige nel frattempo, che si immerge nella musica, che anche si commuove alla fine. E poi il pubblico che prima di lasciare partire un applauso infinito è un attimo sconvolto, nessuno vuole rompere quel silenzio finale, nessuno vuole affermare: ok la musica è finita. Perché quella musica è l'espressione di quanto è grande l'uomo, sia l'uomo Beethoven che si appella (leopardianamente!) alla fratellanza, sia l'uomo generico che ascolta il messaggio e fa crollare il muro. E chissenefrega degli interessi politici ed economici che ci sono dietro alla caduta. E' sempre e comunque un'unificazione, una barriera che, dopo 38 anni, cade. E la gente se ne accorge, sa che è appena accaduto qualcosa che passerà alla Storia, con la S maiuscola. Non riesco neanche ad immaginare che emozione essere lì, in quella sala. Io che ad ascoltare una Settima bella quanto volete, ma al Valli, suonata da un'orchestra di professionisti, finita lì, sembrava che fossi con Lei da tanto mi batteva il cuore. Beethoven è immenso in questo, soprattutto l'ultimo Beethoven, nel condensare l'assoluto delle emozioni umane in 7 (anzi 13) note (vedi, anzi ascolta, la Canzona o la Cavatina). E la storia, per mezzo di Lenny o di chi volete voi della DG, ci dà una nuova lettura di queste emozioni condensate nella Nona Sinfonia.

La musica è una rivelazione, più alta di qualsiasi saggezza e di qualsiasi filosofia. (L. v. Beethoven)


P.


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